Di Gabriele Dominici.Attimi di paura, ore da incubo per una ragazza che stava semplicemente facendo ciò che ama di più. Una tirocinante è stata attirata in uno sgabuzzino dell’ospedale Policlinico Umberto I di Roma ed un infermiere di 55 anni ha abusato di lei.

Il Direttore Generale del Policlinico, Federico D’Alba, è intervenuto sulla vicenda denunciando l’accaduto e dimostrando vicinanza alla ragazza, definendolo un fatto gravissimo ed intollerabile per aver colpito in modo ignobile una giovane donna e per aver diffamato un’intera categoria di operatori.

L’assessore alla sanità della Regione Lazio, Alessio D’amato, ha chiesto apertamente all’azienda ospedaliera di adottare provvedimenti immediati e proporzionali alla gravità dell’accaduto.

E’ follia pensare che ogni giorno la cronaca nera debba raccontare di violenza sulle donne, di violenze perpetuate sui posti di lavoro o addirittura entro le mura di casa, luoghi dove le donne si sentono maggiormente al sicuro e dove la fiducia si trasforma in debolezza.

E non bastano le risonanti parole di condanna che ad ogni episodio vengono spese nei confronti di questi criminali,  i fatti di cronaca raccontano, purtroppo, di una società che troppo spesso rimane indifferente al grido di aiuto di donne che tentano di denunciare.

La violenza sulle donne che rappresenta una grave piaga della società di oggi, quando non sfocia in un omicidio, lascia nelle vittime segni indelebili sia di carattere fisico che mentale, vittime che troppo spesso devono superare persino la vergogna di sentirsi colpevolizzate dalla opinione pubblica.

La violenza sulle donne è una delle violazioni più diffusa dei diritti umani che le Nazioni Unite nella risoluzione con cui è stata ufficializzata la giornata internazionale della violenza contro le donne ha definito:” una delle violazioni più diffuse, persistenti e devastanti che, ad oggi, non viene denunciata a causa dell’impunità, del silenzio, della stigmatizzazione e della vergogna che la caratterizzano”.

Anche se tanto è stato fatto, e l’introduzione del reato di stalking ne è un esempio, il percorso per un cambiamento radicale è ancora molto lungo, ma è dalle scuole che deve iniziare. E lì infatti che attraverso l’informazione e la sensibilizzazione si può sradicare il retaggio storico e culturale che ha collocato l’uomo in una posizione di dominio sulle donne, ed educare i ragazzi al rispetto reciproco.