Di Elisabetta Orrico. L’ombra di Caravaggio è nuovo film di Michele Placido, nelle sale dal 3 novembre 2022.  In questo racconto si uniscono storia e finzione: alla vita reale di Michelangelo Merisi si aggiunge un personaggio fittizio, l’ombra appunto, un inquisitore dello stato pontificio che deve decidere se concedere o meno la grazia all’artista dopo essersi macchiato di omicidio. La particolarità di questo film è infatti proprio l’espediente dell’inchiesta criminale: la biografia di Caravaggio non è narrata seguendo un filo cronologico, ma attraverso le testimonianze di chi viene interrogato dall’ombra riguardo le sue attività e le tappe della fuga, ma anche scrutando a fondo la sua mente geniale e la sua anima straziata.

Caravaggio per i suoi quadri ha sempre scelto modelli che venivano dalle strade, anime perdute di prostitute, mendicanti, malati elevati a santi e madonne, in cui scovava la verità dell’essere umano, unica via per arrivare all’essenza divina. La chiesa dell’epoca non approvava ovviamente questo tipo di comportamento, considerato blasfemia, ma la pittura di Merisi era comunque già famosa ovunque, e per questo pericolosa. 

Il regista immagina poi un incontro tra Caravaggio e Giordano Bruno, in cui i due si confrontano con le ploro paure e le loro convinzioni sul mondo e sul divino, proprio qualche ora prima che il filosofo venga giustiziato.

I personaggi a lui vicini sono tutti affascinati dalla sua arte: Costanza Colonna è subito rapita sia dall’uomo che dall’artista tanto da rischiare nascondendolo nel suo palazzo, il Cardinal del Monte lo rinnega in pubblico ma lo ammira in privato, i suoi poveri modelli gli sono riconoscenti per questa specie di redenzione che gli è stata concessa, e nel finale vediamo un cambiamento anche nell’Ombra, dapprima freddo e totalmente integralista, rimane poi intrappolato nella potenza dell’arte di Caravaggio, un vortice di emozioni che lo fa comportare come mai avrebbe pensato, lo scalda e lo scioglie, è affascinato ed estasiato, metafora della trasformazione profonda di cui è capace l’arte.

Il film si conclude con una citazione di Virgilio molto cara a Caravaggio: amor vincit omnia, l’amore vince tutto, vince gli ostacoli, la paura, l’ingiustizia, e ci si ritrova liberi e al sicuro.