Di Gabriele Sterbini.

Sembrava ieri quando abbiamo iniziato questo percorso fiori da tutti gli schemi universitari.

Mi sono sempre posto la domanda: “Che cosa mai mi potrà insegnare un corso del genere?”. La risposta è tutto. In un certo senso ognuno di noi si era fatto un’idea di ciò che sarebbe stato, ma nessuno sapeva cosa aspettarsi.

L’aula piena di gente che quasi mi intimoriva all’inizio del percorso mano a mano è diventata in un certo senso familiare. Anche perché penso che possiamo definirci come un vero e proprio nucleo familiare. Abbiamo scoperto aspetti interiori che nessuno aveva mai esplicitato in pubblico, specialmente se il pubblico è formato totalmente da estranei.

Non posso definirlo un corso universitario poiché è stato un viaggio alla scoperta degli aspetti più belli di ciascuno di noi. In qualche modo ognuno ha donato qualcosa di magico nei confronti degli altri. Ed è stato proprio questo il bello di questo viaggio.

Sono entrato in punta di piedi nella cosiddetta aula T33 rinchiuso nella mia timidezza. Ne sono uscito invece a testa alta consapevole di ciò che potevo donare ai miei “colleghi”(se proprio voglio chiamarli in questo modo, ma l’espressione più appropriata è “compagni di viaggio”).

Lacrime, emozioni, risate. Un mix di esperienze, un’altalena che dondola all’infinito descrivono tutte le sfumature delle bellissime esperienze passate in quell’aula.

Tutto ciò mi ha aiutato, alla fine posso dire che in un modo o nell’altro è uscita la farfalla dal bruco, quasi come a dire: “Ei ragazzi, ci sono anche io tra di voi”.

Fino per arrivare al ringraziamento a colui che ha permesso tutto ciò, il nostro grande condottiero. Il professor MARCO PALMA, ebbene sì lo scrivo totalmente in maiuscolo dato che è stato proprio lui a far uscire il meglio di ciascuno di noi. Associato non solo da me a Robin Williams nel film “L’attimo fuggente” il prof ha preso per mano tutti noi e ci ha immersi in un mondo che sta aspettando solo noi, ma che necessita di molta gavetta.

E quindi “O Capitano! Mio Capitano”, dobbiamo solo che ringraziarti per questa meravigliosa avventura che rimarrà impressa, nonostante tutto, per sempre nelle nostre menti.

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