Di Alessandro Gentili.

all’interno di questo articolo voglio dire innanzitutto grazie. Grazie al professore per questo percorso e a tutti gli studenti che ne hanno fatto parte perché ognuno di loro ha contribuito alla mia crescita personale e alla bellissima conclusione del corso. Appena ho saputo che ci sarebbe stato questo nuovo insegnamento non ho esitato perché sapevo che ci sarebbero state delle potenzialità. Rispetto al laboratorio è stato ancora più coinvolgente, avendo trattato argomenti già fatti ma in forma più emotiva con diversi punti di vista e senza peli sulla lingua. La novità di questo nuovo insegnamento sono le inchieste, fatte da noi su temi di diverso tipo dandoci la possibilità di fare un giornalismo più dinamico con obbiettivo quello di farci capire anche come stare di fronte alla telecamera, facendo attenzione al tono di voce, alla presenza e utilizzando tutti i consigli che ci sono stati dati a lezione. Non ci sono redazioni di appartenenza, chi scrive si sport non scriverà necessariamente di sport, ma ognuno può scrivere su un tema diverso, anzi deve farlo perché sarà un modo per crescere, avendo la possibilità di uscire dalla propria zona di comfort. I dibattiti, a volte più toccanti dove il silenzio valeva  più di mille parole e altri più sentiti dove la voglia di dire era tanta e il commento di ognuno faceva da corollario della lezione. Poi i tg, i film, i successi ottenuti sulla pagina instagram del tg, quando qualche personaggio coinvolto negli articoli metteva mi piace e la nostra mitica aula T33 che, anche se durante le lezioni di altri corsi può essere un’aula come un’altra, per noi rimarrà sempre la mitica aula T33, dove fare entrare speranze e sogni, lasciando fuori paure, ansie e quella parola ormai che segna l’inizio della rassegnazione.

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