Di Luca Iglio.

Si danno appuntamento tramite i vari social, distruggono tutto ciò che li circonda per pochi minuti, per poi fuggire. Il tutto ovviamente minuziosamente documentato e condiviso in pochi attimi sul web. È la nuova moda diffusa tra i giovani, quella di farsi vedere grandi dagli altri attraverso atti di vandalismo, per poi condividerli in rete e far vedere al mondo intero di cosa sono capaci. “Nuova” si fa per dire dato che è un fenomeno già presente da molto tempo, ma che per altrettanto tempo ha trovato una sostanziale noncuranza del problema. I numeri raccolti dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza, non possono non far riflettere: i reati di vandalismo tra gli adolescenti di età compresa tra i 14 e i 19 anni sono saliti fino al 22%, mentre un anno fa si attestavano intorno al 16%. Il vandalismo più diffuso tra i giovani è quello della rissa, dove ci sono giovani che si dilettano a picchiare qualcun altro. Il dato è spaventoso: quasi 3 adolescenti su 10 prende parte ad una rissa, senza sapere che esso costituisce reato. Non ci possiamo continuare a nascondere dietro alle stesse scuse, del tipo “è colpa della tecnologia” o “è colpa dei videogiochi”, perchè chi compie tali gesti è ben consapevole di quello che sta facendo, anzi molto spesso lo va a ricercare e lo fa proprio per mettersi in mostra o per cercare di riempire la noia della propria vita. Una noia che è semplicemente sinonimo di vuoto, che altro non è che un grosso campanello d’allarme di molti giovani che non sono visti da nessuno, soprattutto per mancanza di punti di riferimento come i genitori o le istituzioni, e che si riescono a far vedere solo per le loro bravate. Spesso i giovani sono impotenti davanti alla vita e il distruggere le cose intorno a loro non fa altro che farli sentire potenti, perchè nel momento in cui superano il limite, non hanno un freno. Sono costretti a vivere nel mare, che a volte è un’odissea, delle loro emozioni, spesso perchè sono proprio i genitori ad essere cechi davanti ai loro disagi; e quando si trovano davanti alla realtà sembrano cadere dalle nuvole . Forse è arrivato il momento di guardare in faccia il problema e non limitarsi a fare la conta dei danni ed a ragionare solo a posteriori. Anche perchè siamo molto bravi a cercare e scovare i colpevoli, ma nel mentre lo facciamo, ci saranno altri ragazzi che oltre a fare danni a se stessi e a terzi, sollevano una grossa questione mediatica, che tuttavia è solo fuoco negli occhi. Questo perchè la battaglia mediatica durerà solo per qualche giorno, almeno fino a quando non ci saranno altri ragazzi che commetteranno qualcosa di ancora più grave, così che la battaglia mediatica si sposti in un altro atto di vandalismo, gettando in un oblio quello precedente. Ci stiamo concentrando troppo su fenomeni collettivi, ma così facendo perdiamo di vista il disagio individuale, sociale e relazione da cui molti giovani sono affetti.