Di Valeria De Magni.

‘Mi ha sparato davvero?’ queste le ultime parole della vittima, Martina Scialdone, mentre perdeva la vita tra le braccia del fratello Lorenzo. Ci troviamo nel ristorante ‘Brado’ e Martina, avvocatessa di 35 anni trascorre una serata alquanto ‘turbolenta’ immergendosi in una litigata sempre più accesa con il suo ex fidanzato, Costantino Bonaiuti, ingegnere di 61 anni. Una discussione davanti a molti clienti che era salita di tono in pochi minuti tanto che la giovane ha cercato di rifugiarsi nel bagno, allarmando anche i titolari del locale respinti da Bonaiuti. Una dipendente ha raccontato inoltre che i due si sono poi allontanati ”per dirigersi verso una Mercedes nera, constatando come l’uomo per fare entrare la donna in auto, la spintonasse con forza”. Poi un colpo sparato dall’alto verso il basso, che le ha trapassato la spalla e perforato la scapola, recidendo l’arteria polmonare. Nel mezzo il tentativo di Lorenzo, il fratello di Martina, di salvarle la vita. Un tentativo vano. Il colpo di pistola esploso non ha lasciato scampo alla giovane. “Quella sera Bonaiuti non voleva uccidere, ha avuto un istinto suicida: ha problemi psichiatrici certificati. La pistola è stata tirata fuori per fare del male a se stesso”, assicura l’avvocato del funzionario, Fabio Taglialatela. “L’unico obiettivo” di Bonaiuti era quello di uccidere la sua ex. Su questo la procura di Roma, la polizia di Stato e il gip non hanno dubbi. Un’azione di morte legata alla gelosia, al fatto di non accettare che la ragazza volesse chiudere definitivamente la loro relazione. Il mondo di Martina l’abbraccia nel giorno più triste. Le arriva addosso dalle colleghe, dai social, dagli amici. Era amata e stimata, da tutti.