Di Gabriel Sainato.

Non è un semplice laboratorio, non è un corso come gli altri e non è nemmeno una qualsiasi aula. E’ impossibile e allo stesso tempo doveroso non sminuire ciò che mi ha accompagnato ogni lunedì da Ottobre sin ad oggi, le tre ore di lezione del Professor Marco Palma che non è solo un professore universitario, ma uomo e giornalista di vita e ad ogni suo intervento o spiegazione si può captare quanto sappia di tutto a 360 gradi. Come lo è il suo laboratorio, è allo stesso tempo doveroso definirlo non come un semplice professore ma, un uomo che vede la sua professione universitaria con un occhio molto più ampio che mette tutto se stesso per conoscere e aiutare le vite di ogni alunno del suo laboratorio. Si è instaurato un rapporto con ognuno di noi verso il professore diverso da come uno se lo possa immaginare, con il massimo garbo e rispetto lui è entrato nella vita di ciascuno di noi cercando di portare, attraverso le sue esperienze, dei insegnamenti che ci porteremo avanti nel nostro percorso lavorativo e di vita.

Il laboratorio di redazione giornalistica è un esperienza di vita. E’ un esperienza che se ami la curiosità è ciò che ti serve, se vuoi imparare cosa sia un articolo o un dibattito e farne parte questo è il posto giusto, intervistare e tenere una telecamera e sapere quando spostarsi sull’obiettivo che sta parlando in quel frangente ma non è per tutti; le porte del laboratorio come quelle del Professore sono aperte a tutti ma ci sono dei fondamenti da rispettare, fondamenti da giornalista di vita. Il termine Carpe Diem, che sono due parole simbolo di questo corso e sono presenti in ogni lezione perché il fatto di “cogliere l’attimo” non è solo una caratteristica che deve avere un giornalista, ma cogliere l’attimo è saperlo fare anche nella vita quotidiana, quella di tutti i giorni. Mi raccomando, non vi azzardate mai a dire la parola “Ormai”, all’interno di questo laboratorio è una blasfemia perché è come se ci stessimo arrendendo ed è ciò che nessuno si deve mai permettere di fare.

Ogni lezione è stata un susseguirsi di emozioni, contrasti e dibattiti. Si sono dibattuti temi forti, che colpiscono automaticamente ciascuno; ebbene sì, non si trattano temi banali ma si può partire dal rapporto genitore figlio, al sesso, femminicidio, l’omosessualità, l’ansia, tradimenti e le relazione tossiche. Ho ascoltato pensieri, storie di vita di persone che fino a 5 mesi fa non ne conoscevo nemmeno l’esistenza. La cosa più bella è che c’è carta bianca, ognuno può dire ciò che pensa senza essere giudicato perché, un’altra cosa che ci ha insegnato questo laboratorio, è bisognoso saper rispettare il parere, anche contrastante, di un’altra persona rispetto al nostro.

Non posso che essere soddisfatto del mio operato all’interno di questo laboratorio, sto inseguendo il mio sogno sin da piccolo che è quello di diventare un giornalista sportivo anche grazie all’aiuto di ciascun membro di questo laboratorio e con le basi che sono state messe dal Professor Marco Palma, che non posso che ringraziare per la fiducia posta nei miei confronti per avermi spronato ma anche per le correzioni da lui date quando un articolo non era abbastanza pungente, Mi ha fatto capire quanto sia importante, per un giornalista, ricercare una cosa fino all’osso perché la curiosità e la volontà di sapere è un fondamento che deve avere ciascun giornalista di vita.

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