Di Viviana Morini.

Cara T33,
non so neanche da dove iniziare.
Il 3 ottobre 2022, il mio primo giorno da studentessa universitaria, ho voluto seguire un corso chiamato ‘laboratorio di redazione giornalistica’. Il corso iniziava alle tre del pomeriggio e finiva alle sei, come inizio non male.
Mi ricordo quando il prof, dopo aver concesso una pausa, mi fermò e mi chiese: ‘cosa ne pensi di questo corso, credi di rimanere o hai intenzione di non seguirlo?’, io risposi con tutto il mio imbarazzo che non lo sapevo, non lo sapevo perché mi spaventava molto parlare, discutere, raccontare un po’ di me a settanta ragazzi, essendo alquanto timida e riservata. Tornando a casa, ho avuto una lunga conversazione con me stessa, e alla fine di questa conversazione mi sono detta che mettermi in gioco non mi avrebbe portato alcun svantaggio, anzi tutt’altro. Dopo anni di liceo in cui non sono mai emersa, in cui ho sempre lasciato il posto da ‘protagonista’ agli altri, era arrivato il mio turno.
Fin dalla prima lezione, nonostante l’imbarazzo e gli occhi di settanta persone che mi guardavano mentre parlavo, ho cercato di emergere, di dire la mia, cosa che non sempre ho fatto, o forse quasi mai. Ho avuto il coraggio di alzare la mano, aspettare il mio turno di parola, e con fatica insieme alla mia ansia, sono uscite delle lettere dalla mia bocca. I primi tempi non sono stati facili, ma dopo qualche lezione è stato tutto in discesa, certo con alti e bassi, inevitabilmente.
Mi sono ritrovata con settanta sconosciuti. Sconosciuti che ad oggi chiamerei amici. Amici con i quali ho passato ben tre mesi, caratterizzati da risate, ansie, paure, divertimento alternato da momenti di serietà e concentrazione. Ragazzi fenomenali, ognuno dei quali ha una storia da raccontare. Ognuno di noi, in questo laboratorio, si è messo a nudo, raccontando una parte di noi. Non sempre è stato facile parlare di ciò che in passato ha fatto male, dei nostri problemi, delle nostre ansie, ci sono state anche molte storie commoventi, da brividi. Sono riuscita, la maggior parte delle volte, a mettermi nei panni di quel ragazzo o di quella ragazza che raccontava un po’ di lei o lui, ed è stato bellissimo.
È meraviglioso vedere quanta forza abbiamo a vent’anni, quante volte siamo caduti ma siamo riusciti a rialzarci con la nostra tenacia e resilienza, è meraviglioso vedere quei dettagli seppur quasi invisibili, che ci contraddistinguono. In questo laboratorio è un continuo chiedersi chissà cosa faremo nella prossima lezione, chissà chi racconterà la sua storia, ed è bello proprio per questo, perché non avrai mai la certezza di ciò che succederà. Ogni lunedì è stato come se fossi entrata in casa di ognuno di noi, è come se avessi passato una giornata nella vita di qualcuno.
Ogni lunedì, ho imparato ad ascoltare e ad aspettare il mio turno per parlare, cosa non scontata, perché prima d’ora non ascoltavo mai per far prevalere la mia idea. Ho imparato a non giudicare ‘un libro dalla copertina’, ho imparato a ‘non prendere d’aceto’ ed a cogliere l’attimo, come ci ha insegnato il professore.
Con questo laboratorio, sono uscita allo scoperto, ho tenuto un dibattito, ho girato un’inchiesta, molteplici rubriche e scritto articoli. Se ci penso, mi chiedo ‘ma sono stata io a fare tutte queste cose?’ ebbene sì, sono stata io, e questo mi soddisfa in un modo che non so spiegare a parole.
Mi sono confrontata con opinioni, pensieri, idee, persone, personalità, emozioni e sentimenti. Ogni lunedì sera, da ottobre fino ad oggi, sono sempre tornata a casa con qualcosa in più nel mio bagaglio personale, ed è stato strano ma allo stesso tempo straordinario, vedere come così tanti ragazzi abbiamo lasciato impresso qualcosa in me.
Ringrazio ogni singola persona per aver ascoltato la mia storia, ringrazio il professore per averci spronato a fare sempre di più, e ad averci ripetuto fino allo sfinimento di non ‘mollare l’osso’ , e noi non lo abbiamo mai fatto. Ringrazio Simone per la pazienza e la disponibilità che ha avuto sin dal primo giorno. Ringrazio me stessa, per non aver mollato l’osso quel tre ottobre, per essere andata avanti e non essersi mai voltata indietro.
È molto più di un laboratorio, ho trovato persone gentili, altruiste, disponibili, aperte di mente e ho trovato degli amici.
Credetemi quando vi dico che è molto più di un laboratorio. Grazie a tutti.

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