Di Francesco Stampatore. Non si tratta di un politico bensì di un umile paramedico convertitosi nel 2013 a sacerdote: al secolo fabrizio Patriciello e che, da ormai diversi anni, si dimostra leader di un movimento civile che, a gran voce, richiede la bonifica della Terra dei Fuochi  si tratta di un’area, situata tra Caserta e Napoli, dove numerose sono le presenze di discariche abusive e “roghi di rifiuti”. Non è un mistero che il traffico e lo smaltimento illegale di rifiuti siano sempre state attività di grande interesse per la gente di malaffare legata alle ecomafie, difatti nel 1992 l’allora boss pentito Nunzio Perrella disse: “La droga non c’interessa più, adesso abbiamo un altro business che paga molto meglio e dove si rischia molto meno, si chiama ‘spazzatura’, per noi la spazzatura è oro”. A fronte di ciò viene naturale pensare come questa sorta di attivismo mandato avanti da Don Maurizio Patriciello possa dare oltremodo fastidio ai vertici camorristi.

Non è un caso che sia stato inviato, da un vescovo, proprio a Parco Verde di Caivano (lui che era nato e che aveva vissuto a Frattaminore, in provincia di Napoli) essendoci là presenti ben 13 piazze di spaccio (per un guadagno complessivo da 100 milioni l’anno); uno scenario perfetto, quasi romanzesco, dove poter adoperarsi in un’autentica impresa non preventivabile neanche dai più ottimisti: quella di farsi realmente ascoltare anche nelle sfere più alte del potere. Patriciello è riuscito a convincere nientedimeno che la premier Giorgia Meloni a venire nella sua Caivano, a cercare di trovare delle soluzioni a fronte di una città sconvolta sia dalla violenza della camorra che dalla terribile tragedia riguardante gli stupri di due ragazzine rispettivamente di 12 e 10 anni; Don Maurizio Patriciello è riuscito a dare voce alla sofferenza della gente comune, infatti il Consiglio dei Ministri ha approvato tutte le misure urgenti, in tema di reati minorili, racchiuse nel Decreto Caivano, e l’esercito ha ripreso la massiva bonifica del centro sportivo Delphinia e del teatro Caivano Arte.

Come detto, questo è un “personaggio” che a molti risulta scomodo, difatti lo scorso giovedì, a fronte anche del censimento in atto da parte delle forze dell’ordine delle case occupate di Caivano, una ventina di donne probabilmente legate al clan Ciccarelli si sono appostate davanti alla parrocchia di Don Maurizio Patriciello in segno di protesta, addirittura pronte ad un’occupazione della struttura; tutto questo è un segno indicativo di come il tanto amato (ed odiato) sacerdote stia toccando le giuste corde ed avendo una grande risonanza mediatica che, sicuramente, potrebbe risultare un’arma importante contro una malavita che ha avuto modo, negli ultimi anni, di agire indisturbata e senza colpo ferire. È ora di prendere esempio da Don Maurizio Patriciello, è ora di agire.