Di Francesco Stampatore. L’11 luglio 2023 scattò il suo arresto ai domiciliari per l’accusa di violenza sessuale nei confronti di 4 suoi studenti minorenni. Da quel giorno tante se ne sono dette, ma adesso la testimonianza diretta delle vittime potrebbe dare nuovi risvolti al caso.

Alessandro Frateschi è stato professore di religione al liceo scientifico Majorana (Latina), ora tale idoneità all’insegnamento gli è stata revocata e rischia diversi anni di carcere in caso il tribunale sentenzi in modo definitivo la sua colpevolezza.

Tutto ebbe inizio da racconti di studenti del suddetto liceo a proposito di conversazioni a sfondo sessuale, tramite social network, che l’ex insegnante intratteneva con alcuni suoi alunni; a sostegno della tesi dei ragazzi sono state reperite delle chat dal cellulare di Frateschi nelle quali, secondo gli inquirenti, flirtava con quei ragazzini accennando al fatto di essere nudo nel letto ed invitandoli ad inviare delle loro foto provocanti. Per non parlare poi del materiale pedopornografico, estratto dai carabinieri di Latina da computer e telefono dell’indagato, che mette ulteriormente in dubbio l’animo integerrimo dell’ex docente di religione, lasciando intendere come egli sia particolarmente avvezzo a certi tipi di “fantasie erotiche”.

Tutto ciò, però, non sarebbe ovviamente sufficiente a provare la sua colpevolezza riguardante il punto chiave dell’accusa: le presunte violenze sessuali ai danni di studenti minorenni, tra cui addirittura un “under 14”. Ed è qui che entra in gioco la testimonianza proprio di quest’ultimo, riportata dal quotidiano Repubblica, dove racconta ai magistrati il comportamento dell’allora professor Frateschi nei suoi confronti, di come cercasse di attendere il momento in cui stesse da solo, lontano dai suoi amici, e di come una volta lo abbia fatto spogliare mentre lui implorava di non farglielo fare dicendo di essere “troppo piccolo per queste cose”. Altri studenti hanno raccontato anche della pratica del cosiddetto “sexual stage” che consisteva nell’avvolgersi ai fianchi e alle gambe dei ragazzi, riscontrando ovviamente grande disapprovazione ed una forte sensazione di disagio da parte loro.

Ed è proprio fronte di tale disagio che gli studenti andarono a parlarne con la professoressa d’Italiano spiegando la situazione, soprattutto perché, come raccontato da uno dei ragazzi, in quel momento si resero realmente conto dell’orrore racchiuso in quei messaggi e cominciarono ad avere paura.

Le testimonianze potrebbero non ancora essere state decisive per determinare una reale sentenza, ma, a prescindere dalle questioni prettamente giuridiche, risulta comunque difficile credere che degli atti così “impuri” possano essere stati compiuti da un “uomo di dio”.

Nessun verdetto ancora è stato emesso, e non sarebbe saggio lapidare un uomo per il quale non è stata nemmeno giudicata la sua colpevolezza. C’è da dire però come, gli elementi emersi, lascino presagire un pessimo esito per Alessandro Frateschi, colui che è appartenuto ad un sistema che non è nuovo a questo tipo di episodi, soprattutto a fronte di un’inchiesta fatta nel 2002 da un certo quotidiano di Boston, e che, si può dire, riscosse un certo clamore.