Di Isabela Sim. Se quattro anni fa qualcuno mi dicesse che io sarei stata a Roma in quest’anno io non ci avrei creduto. Ma come, io a Roma? All’inizio dell’università avevo tanti piani, però un’interscambio sembrava un’idea troppo lontana. E molto meno in Italia: in quell’epoca non avevo neanche cominciato ad imparare l’italiano.

Quando sono arrivata all’Università Tor Vergata, il primo corso che ha richiamato la mia attenzione è stato il Giornalismo Televisivo, quindi ho subito inviato una mail al professore Palma. Dal primo secondo è stato molto gentile ed amichevole, allora avevo davvero deciso di fare il suo corso. Ero un po’ all’oscuro, perché non lo conoscevo e neanche sapevo cosa aspettarmi.

Alla prima lezione ho capito che non sarebbe come avevo aspettato, un corso teorico e monotono. No, subito sono stata colpita dal racconto di Alfredo. Il professore mi ha fatto parlare in italiano in classe per la prima volta. Conforme le lezioni si scorgevano, più parlavo e più capivo il giornalismo di vita, il carpe diem, ossia, cosa era il più fondamentale da imparare nel corso.

Ho avuto l’opportunità di fare un dibattito da sola e in quel momento tutto è cambiato per me. Ho potuto presentare una mia storia e sono stata ricevuta molto bene dai miei colleghi e pure dal professore. Ho capito come io, non soltanto come studentessa di giornalismo, ma come persona, ero importante e potevo aiutare gli altri con la mia esperienza.

Un’altro passo importante è stata l’inchiesta, che l’ho fatta insieme a Victor, che è diventato un amico speciale. Non mi aspettavo di essere capace di fare un’intervista tutta in italiano, però, sì, l’ho fatta. Eppure il dibattito sul rapporto di coppia con Victor è stato indimenticabile per me. Condividere quel momento con un mio conterraneo è stato così unico che non so esprimerlo in parole.

Oggi, all’ultima lezione del corso di Giornalismo Televisivo, ho pianto. Ho pianto per la ragazza che voleva essere giornalista in Brasile, perché non aveva mai capitato cosa davvero è il giornalismo di vita. Ho pianto di pensare a non vedere mai i miei colleghi, che mi sono affezionata lezione dopo lezione. Tuttavia, ho soprattutto pianto perché c’è la possibilità che io non faccia mai un corso con il prof Palma e, ovvio, insieme a Simone, figura determinante nell’aula.

Il giornalismo televisivo e le persone che ho conosciuto in questa strada hanno fatto il mio interscambio indimenticabile. Posso ringraziarvi mille volte e non sarà sufficiente. Però, provo: grazie per l’esperienza fenomenale.

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