Di Alfredo Arciero. Il giornalismo televisivo é uno di quei corsi che non trovate in nessun altro piano di studi, non é un corso come gli altri a cui partecipate perché é lui a partecipare in voi. Sessanta ore trascorse nella T33, dove tra quei banchi scorre la nostra vita e dove rimarrà la nostra testimonianza. 12 cfu non è il carico di un esame, ma un bagaglio di vita. Il programma di giornalismo televisivo non consiste nei libri, non lo trovate da nessuna parte poiché esso non è, ma ” accade”. Il programma di giornalismo siamo noi, e voi che lo seguirete. Il corso insegna che il giornalismo non è altro che la retta parallela ad un’altra, chiamata vita. Si impara a stare dinanzi ad una telecamera, ovviamente, ma si impara anche a stare dietro di essa e ad analizzare ” lo scenario” della nostra vita e di chi ci sta intorno. In quelle ore si provano diverse emozioni, ma quella più forte è lo stupore, la meraviglia. Una volta seduti tra i banchi, tra ansia e aspettative entra un professore, affiancato dal suo assistente, ed inizia a parlare di voi, come se già vi conoscesse. Come fa a farlo? Perché il prof. Marco Palma è l’unico tra i professori che fa sgorgare il proprio insegnamento da ognuno di noi. Ci racconta della telecamera, facendola passare attraverso le nostre vite. Entra in queste ultime, con una delicatezza e professionalità assurde, ci porta fuori, alla luce del Sole, del mondo, e se si è bravi anche alla luce di quei riflettori che ogni giorno il mondo del giornalismo ha per illuminare gli scenari. Di fianco ad un grande professore, si abbina un grande assistente, Simone, il ” caporedattore centrale” di tutti noi e voi, di cui assieme al prof “il direttore” componiamo un’armoniosa redazione giornalistica, oltre che una grande famiglia. La mia esperienza è iniziata ad ottobre con il laboratorio di redazione giornalistica si è poi conclusa con questi tre bellissimi mesi del corso di cui sto parlando. Sono stati sei mesi che mi hanno cambiato letteralmente la vita, mi ricordo un ragazzo insicuro, chiuso, disorientato. Attraverso questo insegnamento sono cresciuto tanto, l’Alfredo di prima farà parte della storia per dare spazio al nuovo me: un neo-giornalista di vita che aspira al meglio nella propria esistenza, uno che non ha paura di dire la sua in particolar modo in politica, uno che è sempre più fiero di quello che è. E questo grazie al professor Palma, a Simone e a tutti i miei compagni di questa bellissima avventura. In aula si sono discussi dibattiti fondamentali, tematiche attuali e scottanti, sono state fatte inchieste nel profondo del tessuto culturale e sociale, sono stati realizzati tg quotidiani, speciali ed edizioni straordinarie. Il prof lo disse alla prima lezione, io lo ricordo benissimo:” I protagonisti di questo corso sarete voi” e così infatti è stato. Il Corso ogni anno, coincide più o meno con l’inizio della primavera ed infatti proprio come fiori saprete sbocciare, nonostante le spine. Lo farete con responsabilità e dedizione. Questo è accaduto a me. Utilizzo sempre il termine ” accade” perché penso evochi magia, l’atmosfera del corso è così, un’insieme di cose che accadono ma non si sa il perché: bisogna viverle e basta. Il corso di giornalismo televisivo, lo porterò sempre con me, non sarà un ricordo poiché tutti gli insegnamenti del professore, tutte le testimonianze dei miei colleghi universitari saranno sempre attuali e occuperanno una parte del mio cuore e ovviamente del mio percorso universitario. Consiglio vivamente a tutti di inserire nel proprio piano di studi questo speciale insegnamento affinché scopriate non solo tecniche, teorie, ma voi stessi, nuovi giornalisti di vita.
- Autore dell'articolo:Marco Palma
- Articolo pubblicato:17 Gennaio 2024
- Categoria dell'articolo:Cronaca