Di Alessandro Tumminieri. 14 aprile 2024. Un minuto di silenzio per 17 fatali, interminabili minuti di un ritardo tanto colpevole quanto assurdo..
Al 14’ minuto del primo tempo la gara di calcio Lanciotto-Castelfiorentino viene sospesa, a causa di un malore del calciatore Mattia Giani, morto poche ore dopo all’ospedale Careggi di Firenze dopo aver accusato un arresto cardiaco in campo.
Secondo le ricostruzioni del giudice sportivo e dell’arbitro della partita, la prima ambulanza è arrivata allo stadio di Campi dopo 17 minuti. I primi soccorsi sono stati avviati dal massaggiatore della squadra ospite e da un medico che si trovava in tribuna, con un massaggio cardiaco prima e con l’ausilio di un defibrillatore che si trovava all’interno dello spogliatoio poi. All’arrivo dell’ambulanza sono proseguite le manovre di soccorso coadiuvate da altri volontari arrivati dopo pochi minuti con un’altra ambulanza. Dopo vari tentativi di rianimazione i sanitari hanno poi provveduto immediatamente all’accompagnamento del calciatore al pronto soccorso più vicino.
Per il giudice è giustificata la sospensione della gara anche a causa dell’inevitabile turbamento di giocatori e dirigenti, stabilendo il recupero della restante parte da giocare. A seguito della decisione del giudice sportivo è stata multata la società sportiva del Lanciotto di 400 euro per “mancanza di ambulanza e/o medico…sanzione commisurata al servizio omesso, tenuto conto del fatto occorso”.
La relazione dell’autopsia, eseguita presso l’Istituto di medicina legale di Firenze, sarà depositata in Procura tra novanta giorni e saranno così chiarite le cause del decesso del giocatore.
La procura della Repubblica di Firenze indaga per omicidio colposo ma al momento non ci sono persone iscritte nel registro degli indagati.
La domanda che tutti ci poniamo, soprattutto la famiglia del ragazzo, è: Mattia si poteva salvare? Sicuramente non sappiamo con certezza rispondere in maniera positiva ma altrettanto sicuro è che, se ci fosse stato un medico a bordo campo e non in tribuna o un massaggiatore, che di rianimazione non saprà tanto quanto un medico, la situazione sarebbe stata diversa e forse Mattia oggi sarebbe stato con noi a continuare a giocare.
Sono poi tanti i punti ancora su cui bisogna far chiarezza, a partire dal fatto che nel campionato di Eccellenza, come da regolamento, sia obbligatoria la presenza di un medico o quanto meno di un’ambulanza a bordo campo e purtroppo né uno né l’altro erano presenti. Poi sull’uso del defibrillatore che, come dichiara il padre della vittima e il medico intervenuto dagli spalti, nessuno era in grado di usare.
In occasione della scomparsa del giovane 26enne è stato indetto un minuto di silenzio all’interno di tutti i campi di tutte le età per mantenere vivo il ricordo e per avere giustizia e verità su quanto accaduto.