Di Benedetta Uccheddu. Eccomi qui, con il computer sulle gambe distesa nel letto, la posizione che amo di più per scrivere e dar voce ai miei pensieri; il 2 Ottobre 2023 ho deciso di iniziare un’avventura che non sapevo dove potesse portarmi ovvero “ laboratorio di redazione giornalistica”, voi penserete “ che sarà mai” o “ è un laboratorio come un altro” ecco qui inizia l’errore, perchè non sono semplici lezioni frontali, ma è un percorso di vita, talmente forte e prorompente da non poter far altro che metterti in gioco insieme alle persone che incontri in quel cammino. l’aula t33 è diventata per me una seconda casa, un posto in cui mi sono sentita nuda di ogni barriera o scudo che mi sono creata con il tempo, ho imparato ad ascoltare e farmi ascoltare, ho capito che non devo aver paura del pregiudizio dell’altro perchè le mie idee sono giuste proprio perchè vengono da me; all’inizio è stato come catapultarmi in un nuovo mondo essendo abituata ad altri tipi di lezioni e docenti ma il Prof. Marco Palma è diverso, diverso perchè ti fa capire quanto sono preziosi i nostri sogni, che non esiste mai un “ormai”, che le nostre vite devono essere vissute cogliendo l’attimo e che ognuno di noi è speciale; nulla è come sembra quando entri in quell’aula eppure guardandoci da fuori sembriamo come tutti gli altri alunni, ma invece non è cosi, io ho intrapreso il cammino del giornalismo di vita quello tanto caro al professore e devo dire che non c’è stata scelta migliore che potessi fare, ho avuto la possibilità di scrivere, intervistare e sentirmi libera di dire qualsiasi idea io avessi per la testa, qualsiasi emozione mi passasse attraverso la pancia ed il cuore, sopratutto quest’ultimo perchè è importante, per essere giornalisti e giornalisti di vita, anche se a volte bisogna essere distaccati per entrare dentro la notizia senza farci coinvolgere troppo ma si sa è questo il lavoro. Finite le lezioni a volte mi sono sentita pesante come se avessi un peso sullo stomaco che non andava giù, altre invece mi sono sentita leggera come una piuma perchè ero soddisfatta di essere riuscita a parlare davanti ai miei compagni; abbiamo affrontato tanti argomenti duri e crudi, storie personali e non, che ti mettono davanti a delle verità che non vorresti mai sentire, davanti a contrattempi che volente o nolente devi affrontare, e ho capito che anche quando tutto ti sembra perduto devi continuare a combattere e a non mollare mai l’osso; abbiamo riso alle battute di ognuno di noi e anche del professore eh già, perchè il Professor Palma sa ridere con noi. Se mi chiedessero di rifrequentarlo di nuovo non esiterei ad accettare perchè mi ha insegnato a cercare notizie, a sviscerarle fino a quando riesci a trarne ciò che serve veramente, è un percorso fatto certo di alti e bassi ma siamo persone fatte di carne e sentimenti e credo sia lecito. Mi sono sentita apprezzata, spronata, compresa e supportata come mai in tutta la mia carriera scolastica e universitaria. Non è solo un laboratorio è molto di più, è un cammino di vita dove sono stata supportata e accompagnata, da tutti coloro che ne hanno fatto parte e che con le loro storie e idee hanno lasciato dentro di me un pezzettino che porterò sempre con me. Purtroppo a tutto c’è una fine e quando è una cosa bella a finire fa più male, ma sono soddisfatta perchè so di aver capito grazie a questo laboratorio ciò che voglio e sopratutto ho capito dove sto andando, per questo ringrazio tutti i miei colleghi e il Professore che ci ha accolto il 2 ottobre e ci ha accompagnato in questo cammino che più semplicemente potremmo chiamare vita anzi Giornalismo di vita.

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