Di Edoardo Cafaro. Tantocaos, dietrofront inaspettati e un bottino di punti non adeguato.. La tifoseria, inevitabilmente, si mostra adirata, perplessa, polemica ed incandescente. Analizzando per gradi la situazione del club giallorosso, si parte dalla questione tecnica, dal rettangolo di gioco: la rosa dell’attuale allenatore Ivan Juric ha ottenuto 2 sole vittorie nell’arco delle 5 gare disputate fra campionato ed Europa League: un ottimo esordio con l’Udinese, ha lasciato posto ad un pareggio amaro contro l’Athletic Bilbao, per poi passare ad una faticosa vittoria in extremis contro il Venezia, proseguendo con la sconfitta roboante contro l’Elfsborg e concludendo con il pareggio orrido in casa del Monza. Una situazione davvero molto delicata, ma che ha delle radici piuttosto profonde e che
vanno oltre i 90 minuti di gara. Ivan Juric risulta essere una semplice vittima di una vera e propria carneficina targata Friedkin. Difatti, i proprietari statunitensi della Roma hanno dimostrato confusione e disordine, sconfessando progettualità e, di conseguenza, spendendo denaro in maniera scellerata. Andando con ordine, lo scorso gennaio veniva esonerato Josè Mourinho, scelta rischiosa, ma corretta, in un momento in cui il club aveva deciso di garantire maggiore futuribilità al progetto. Al posto del portoghese, la scelta è ricaduta su Daniele De Rossi, ex bandiera del club giallorosso e che aveva accettato di sposare la causa, seppur con poca esperienza da tecnico e con molte pressioni. Risultati che arrivano subito e Daniele mostra al mondo intero la sua comp
etenza, la sua professionalità e il suo esser uomo vero. Riscontri evidenti e la presidenza, apparentemente soddisfatta del lavoro, decide di prolungare il contratto di De Rossi, garantendogli un triennale a 3 milioni e mezzo di euro a stagione. Una mossa che, tra il dire ed il fare, tarda ad arrivare e, da aprile, si arriverà a mettere nero su bianco nel mese di giungo. Successivamente inizia la preparazione atletica e, di conseguenza, anche il mercato viene improntato sulle idee tattiche del mister. Passano le settimane, termina il calciomercato, ma la rosa risulta incompleta e la coperta è corta in alcuni reparti. Ciò nonostante la squadra è fortemente unita, vuole De Rossi e De Rossi vuole la sua squadra. I primissimi risultati non arrivano però e la proprietà, delegata dall’ex CEO Lina Souloukou, decide di sollevare Daniele dall’incarico di allenatore della prima squadra, suscitando stupore, incredulità e imbarazzo, anche nella squadra stessa, la quale era fortemente contrariata alla scelta dei patron. In conclusione, la situazione della Roma risulta esser molto delicata, fragile, instabile, questo perché si è deciso di voler sconfessare la propria parola, il proprio sostegno ad un figlio di Roma come Daniele De Rossi, il quale era amatissimo dai suoi ragazzi e al quale mancavano solamente i 3 punti della vittoria per coronare il suo lavoro. Questo la dirigenza non lo ha capito e, forse, adesso si ripensa con grande rammarico alla scelta presa, anche in virtù dei risultati che faticano ad arrivare anche con la nuova guida tecnica. Il lavoro è stato accantonato, i soldi sono stati spesi, ma i Friedkin mostrano ancora una volta un instabile attaccamento alla causa Roma, alle figure leggendarie della stessa e i risultati lo dimostrano.