Di Edoardo Spuntarelli. Marcello Gemmato, sottosegretario alla salute, recentemente è stato al centro di una polemica che riguarda la sanità: avrebbe infatti pubblicizzato una clinica privata (della quale detiene il 10%) a suo dire, sarebbe possibile saltare le lunghe liste di attesa della sanità pubblica, di cui tuttavia egli stesso è uno dei responsabili. La sinistra ha subito gridato al conflitto di interessi, anche se questa accusa è stata confutata immediatamente da un post su X di Gemmato: “le polemiche stanno a zero. Ho il 10% di una società senza averne alcuna responsabilità di gestione (figuriamoci poi dei contenuti del sito internet); non esiste alcun conflitto di interessi come certifica il Garante della concorrenza; con il governo Meloni e il ministro Schillaci ci stiamo occupando del problema delle liste di attesa creato dalla mala gestione di decenni di sinistra al governo”. Mettiamo da parte la legalità di tal fatto e soffermiamoci sul fatto che risulta un problema, senza ombra di dubbio, con delle falle a livello morale. Infatti, non è forse amorale fare i propri interessi sulle spalle di chi crede ancora nella sanità publica, sempre più alle strette da tagli? Elly Schlein, di opposizione, ha dichiarato: “La destra non sta smantellando la sanità pubblica per sciatteria, ma per un preciso disegno. E chi ci guadagna? Solo loro, la destra. Lo spot della clinica privata, di cui il sottosegretario Gemmato è socio, è un insulto ai quei 4,5 milioni di italiani che hanno già rinunciato a curarsi proprio causa di quelle liste d’attesa che la clinica promette di far saltare. Ormai è chiaro, anche l’eliminazione dalla manovra del piano di assunzioni straordinario che avevano promesso è un modo per favorire la sanità privata, la loro sanità privata. Un sottosegretario alla Salute con un palese conflitto di interessi non può rimanere un minuto di più in quel ruolo. Piuttosto Giorgia Meloni chiarisca come abbia potuto nominare in un ruolo così delicato, di amministrazione della sanità pubblica, una persona così già tanto esposta nel settore della sanità privata”.
In conclusione la sanità pubblica è un gioiello dell’Italia, uno strumento democratico che non dovrebbe essere tradito da chi ha il dovere proteggerlo.