Di Ilaria Granieri. Lo scorso 29 Ottobre 2024 una pioggia torrenziale, a causa di un’area isolata di bassa pressione, ha prodotto, in circa 8 ore, il quantitativo di più di un anno di precipitazioni in diverse aree della Spagna sud-orientale; tra queste le più interessate sono la Comunità Valenciana, Castiglia-La Mancia e l’Andalusia.
Il deflusso dell’acqua ha spazzato via tutto: case, automobili e vite umane.
Da quel 29 Ottobre ad oggi, si contano circa 217 morti accertati, ma, sono ancora molti e forse troppi i dispersi. Le ricerche sono concentrate nei parcheggi di centri commerciali e nelle abitazioni rimaste isolate dalla marea di fango, definiti dei veri e propri cimiteri sommersi.
Come se questo non bastasse, è prevista nei prossimi giorni un allerta meteo rossa, che si concentrerà proprio su Valencia, la città più colpita da questo alluvione.
Sono centinaia di migliaia le persone senza acqua o elettricità, a migliaia anche gli sfollati e tra i tanti problemi è stato lanciato un’allarme dal dipartimento della Salute della Regione Valenciana: “Attenzione all’acqua che bevete e al cibo che mangiate perché potrebbe essere contaminato”.
Questa situazione, estremamente tragica, non è poi così lontana da quelle che abbiamo vissuto in Italia negli ultimi anni. Forse c’è ancora qualcuno a cui può sconcertare l’avvenimento di questi fenomeni, ma c’è un unico fattore che li accomuna: il cambiamento climatico. Città intere vengono sommerse, migliaia di persone muoiono a causa di eventi climatici catastrofici, quando prenderemo sul serio il riscaldamento globale e prenderemo una posizione che possa giovare al nostro pianeta e quindi a noi stessi? Senza giri di parole, la colpa è dell’uomo se tutto ciò oggi accade. Continuare ad ignorare quello che il nostro pianeta ci comunica, arriverà il giorno in cui i volontari e gli “angeli del fango” non basteranno più per rimettere in sesto un’intera popolazione.