Di Luigi De Vincentis. Per avere paura devi avere coraggio. Alla fine, Il Tre, all’anagrafe Guido Luigi Senia, ce l’ha fatta. Tra lacrime di commozione, miste a un pizzico d’orgoglio, ha realizzato il suo sogno. Quando ha iniziato nessuno credeva in lui ma con fatica, facendo la gavetta vera e non quella dei talent ha raggiunto il suo obbiettivo. Il 9 novembre 2024 ha finalmente raggiunto l’apice della sua carriera live, almeno per ora. 12000 persone hanno riempito il Palazzo dello Sport di Roma e hanno urlato a squarciagola per due ore e mezza le sue canzoni. Uno show studiato a tavolino nei minimi dettagli che non ha deluso. Luci, audio, video proiettati sui led, scaletta: tutto era perfetto. E pensare che in passato tanti lo criticavano. Era definito il “rapper educato”. Il Tre non ha sentito queste critiche, andando avanti per la sua strada, parlando di rinascita personale, della sua città, di amore, di incomprensione e di vita vera. Sono queste le cose che la gente vuole sentire. In un mondo dove si diventa famosi solo parlando di sesso, soldi, alcool e droga, il rapper di Santa Maria Delle Mole ha voluto distinguersi. Fin dalle origini è rimasto se stesso, senza snaturarsi e senza interpretare un personaggio. Dai piccoli locali ai club, fino ad arrivare al palazzetto. Da quando erano in trenta fino ai fiumi di folla. Col tempo i fans sono aumentati, complice anche la spinta fortissima di Sanremo, dove è andato senza snaturarsi o per cercare il successo, ma per dimostrare chi era davvero. Anche ieri, nella data più importante della sua vita, come da lui stesso definito durante il live, ha voluto rimarcare questo concetto. Sul palco con lui c’erano le persone più importanti della sua vita. I musicisti non sono solo colleghi di lavoro per Guido, ma prima di tutto amici. Indimenticabile la dedica ai genitori su “Grattacieli”. Per rimarcare il bene che vuole alle persone che gli hanno donato la vita e questa serata da sogno, ha fatto salire la mamma e il papà sul palco per cantare con loro “Camminare sulla Luna”. E poi il bellissimo momento con il padre per recitargli dal vivo “Lettera a Mio Padre”. Tra gli ospiti ha voluto solo chi ha creduto davvero in lui: OzyMandias, Villabanks e Fabrizio Moro. Erano tutti è tre attesi ma non scontati. Tra le altre ha cantato tutte le sue hit più famose, da “Te Lo Prometto” a “Guess Who’s Back”, da “Fragili” a “Fuori è Notte”. Il degno finale è sulla sua canzone più famosa, che finalmente, dopo tanto tempo e tanta fatica, ha conquistato il disco d’oro. Perché per una sera Roma è diventata Cracovia, o almeno “Cracovia pt. 3”. Con questo concerto Il Tre ha dimostrato che se si crede davvero nei sogni nulla è impossibile. Da quando cantare era solo un sogno a farlo diventare la sua vita. Il Tre ha sognato, lo ha immaginato e alla fine lo ha realizzato. Chi non smette di sognare, sempre sorriderà, un sogno non lo ammazzi, un sogno sempre vivrà.