Di Natalia Usciuc. “Nessuna donna oggi ha vinto , noi donne vinceremo solo quando cammineremo per le strade di questo Paese e ci sentiremo sicure. “ Queste le parole toccanti pronunciate da Chiara, la sorella di Giulia Tramontano dopo la condanna all’ergastolo di Alessandro Impagnatiello. Questa condanna non è una vittoria, non lo è per la famiglia Tramontano, che ha perso Giulia, una giovane donna di 29 anni, e il piccolo Thiago, ancora nel grembo materno. 

Giulia non è morta solo per mano di un uomo violento. È stata vittima di una società che ancora fatica a vedere, a proteggere, a prevenire. Perché camminare tranquille non dovrebbe essere un sogno, dovrebbe essere il minimo. E finché non sarà così, nessuna sentenza sarà mai abbastanza. Si deve arrivare alla tragedia per fare giustizia? Nessuna donna ha vinto dopo la decisione del giudice. Rimane un dolore, rimane la speranza di riuscire a cambiare questa società. La rabbia della famiglia Tramontano è la rabbia di tutte quelle donne che sanno cosa vuol dire avere paura di non essere credute, paura di non poter fuggire. 

Quello che è successo a Giulia è un dolore che deve darci la forza di cambiare. 

Serve azione. Serve educazione. Serve una società che smetta di giustificare e normalizzare comportamenti violenti. Serve una rivoluzione che cominci ora.

Verrà fatta giustizia quando tragedie come queste finiranno di succedere, quando le donne potranno vivere con la serenità che meritano. Non basta condannare i colpevoli, Chiara ha ricordato che serve un cambiamento che deve venire dalle famiglie, dalle scuole che insegni il rispetto reciproco, perché la giustizia è nelle nostre mani, non solo in mano della legge.

Purtroppo non è un ergastolo che farà tornare Giulia e Thiago a casa dalla sua famiglia, la famiglia che tanto attendeva il piccolo Thiago e che avrebbe cresciuto un’ anima gentile, che avrebbe supportato sempre la giovane Giulia. Ora tocca a noi attivarci e fare un passo verso il cambiamento.