Di Francesca Romana Ligresti. Alla buona cucina non rinuncia nessuno, questo è un motto di vita, quasi una fede che si porta avanti da sempre per cui il cibo è tradizione, cultura, arte ed ogni tipo di cucina nel mondo è in grado di trasmettere sensazioni completamente diverse l’una dall’altra: questo è ciò che rende ogni cucina unica e direi anche inimitabile, ma non è così. Oggi se ci venisse l’improvvisa voglia di mangiare dei churros sicuramente non dovremmo volare in Spagna per appagare questo nostro desiderio, ma anzi chiedendo a Google o trovando un video esplicativo su YouTube nel giro di qualche secondo avremo la ricetta originale dei churros spagnoli; detto, fatto. Siamo la generazione del tutto e subito, quindi abbiamo bisogno di facilità e velocità nel reperire ricette o curiosità culinarie  in modo che chiunque abbia sempre a portata di mano un manuale di cucina mondiale “astratto” a cui poter attingere quando si ha voglia di cimentarsi in nuove esperienze di gusto. I manuali di cucina cartacei sono stati sostituiti, come tutte le restanti categorie di libri, dalla possibilità di scaricarli online, per questo si è cominciato ad investire più sui siti dedicati a quest’arte; io in primis se ho voglia di cucinare qualcosa, pur avendo in casa diversi libri di ricette, la prima cosa che faccio è cercare online anche se un manuale cartaceo che non smetterei mai di leggere c’è, ed è l’agenda di nonna, scritta con la penna nera e con titoli del tipo: “Il ciambellone di Maria”, “La parmigiana di Antonella”, amiche con le quali scambia dritte e ingredienti segreti che vanno oltre alla classica ricetta che potrei trovare online. Mi ritrovo davanti a due realtà completamente diverse: da una parte la tradizione che mia nonna porta avanti tramite lo scambio di ricette con le sue amiche, e dall’altra mia sorella adolescente che scrollando su Tik Tok trova video del tipo: “Dolce facile e pronto in 5 minuti” e proprio 5 minuti dopo ha la sua merenda pronta. Un cambiamento c’è stato: negli ultimi anni le figure di cuochi e chef non si trovano solo nelle cucine dei ristoranti, ma è sempre più in crescita la popolarità di programmi televisivi che pongono proprio al centro l’arte culinaria; dal primo reality italiano “Il ristorante” andato in onda nel 2004 con la conduttrice Antonella Clerici fino ad arrivare all’amatissimo Masterchef che ad oggi conta 14 edizioni, la cucina entra sempre di più nelle case degli italiani facendone una vera e propria passione. Ciò che al tempo di mia nonna non ci si sarebbe mai aspettato, per esempio, è che negli ultimi tempi si vedono molti più uomini ai fornelli, non solo per professione ma proprio per passione: nel caso della mia famiglia è mio padre che ritiene di essere un appassionato di cucina, per mia madre invece si tratta di farlo solo per necessità. Il mestiere del cuoco ad oggi possiede popolarità ed importanza anche grazie all’impatto positivo che i vari programmi hanno sul pubblico, quindi la presenza di programmi culinari in rete e canali televisivi dedicati sicuramente vede più aspetti positivi che negativi; solo che come si tende a fare in tv o sui social si attira la maggior parte dell’attenzione su ciò che c’è di bello, tralasciando gli aspetti negativi che ci sono eccome. Potremmo parlare degli sprechi alimentari, della naturalezza e tranquillità con cui i supermercati vengano forniti giorno dopo giorno solo ed esclusivamente tramite allevamenti intensivi, della richiesta che supera l’offerta e dell’impossibilità quindi di avere cibo sano per tutti, ma su questi aspetti ci fanno aprire gli occhi solo una piccola parte di canali tv/social che abbiamo a disposizione e, la maggior parte di questi, ha un seguito che non è neanche lontanamente avvicinabile ai canali di coloro che invece mostrano soltanto il bello. Questo dimostra che sì alla buona cucina non rinuncia nessuno, ma che allo stesso “nessuno”

passa mai per la testa uno dei tanti diritti che dovremmo difendere con le unghie: il diritto alla veritàucina/