Di Luigi De Vincentis. L’annuncio che nessuno voleva sentire, almeno oggi. Papa Francesco è morto questa mattina, alle ore 7:35. Dopo l’ultimo abbraccio di ieri ai fedeli, nel corso della benedizione Urbi et Orbi, le condizioni del Pontefice sarebbero peggiorate nella notte, fino al tragico epilogo. L’annuncio arriva dal Cardinale Kevin Farrell. Papa Francesco Ha dedicato la sua vita intera al servizio del Signore e della sua Chiesa. Ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con coraggio e amore universale. É stato il primo gesuita e il primo pontefice proveniente dal continente americano. Il nome scelto, Francesco, è legato, come detto anche da lui stesso, alla speranza di seguire le orme del Santo. Il suo pontificato mirava a una chiesa più vicina agli ultimi, che doveva esser capace di parlare al cuore del mondo. Salito al Soglio Pontificio il 13 marzo del 2013, dopo 5 scrutini del conclave, ha lasciato un’impronta profonda nella Chiesa. Un pontificato lungo dieci anni, con un programma pieno di riforme, per rendere migliore la Chiesa, spesso non sono state approvate da gran parte di fedeli e critica. Infatti, nonostante ha sempre difeso la famiglia tradizionale come nucleo fondante della vita e della società, ha sempre mostrato rispetto e attenzione per le coppie omosessuali, coppie di fatto e unioni civili, chiedendo loro rispetto e accoglienza. Tra le altre riforme ha realizzato quella della Curia, dello Ior e del Codice Penale Vaticano. Ha sempre ripudiato l’aborto e l’autanasia. Tra i tanti pontefici che si sono susseguiti nel corso del tempo, è stato capace di una progressiva distensione dei rapporti con la Cina. Da sempre interessato ad argomenti di attualità, ha da sempre lanciato appelli per la lotta al cambiamento climatico. Il 14 giugno dello scorso anno Francesco, divenne il primo Papa a partecipare a un G7, sul tema dell’intelligenza artificiale. In un viaggio a Hiroshima e Nagasaki, luoghi martoriati dai bombardamenti atomici, ha voluto lanciare un messaggio forte, contro la corsa agli armamenti e all’evoluzione militare. Ha avuto una linea dura per quanto riguarda gli abusi sessuali all’interno della Chiesa Cattolica, promulgando nel 2023 le procedure per prevenire e contrastare questo fenomeno. Nel suo Pontificato si ricordano i due giubilei. Il primo, quello straordinario, per la misericordia, iniziato nel giorno dell’Immacolata del 2015, fino al 20 novembre 2016. Il secondo era appena iniziato, proprio il giorno di Natale dello scorso anno. Sarebbe dovuto finire il giorno dell’Epifania del 2026. Per la seconda volta nella storia della Chiesa Cattolica il Papa non chiuderà la Porta Santa. Si è battuto con forza per la fine di tutte le guerre, chiedendo a gran voce il cessate il fuoco, specialmente in Palestina e Ucraina. Emblematici gli incontri con Zelensky, sempre a porte chiuse per evitare speculazioni, ma incentrati su un imminente cessate il fuoco e sul rientro dei profughi. Restano impresse nella memoria di tutti le immagini di Papa Francesco in una Piazza San Pietro completamente vuota, chiedendo un miracolo e la guarigione per i malati. Proprio in quei momenti tragici per tutta l’umanità, Francesco è stato uno dei primi leader mondiale a promuovere la vaccinazione, da lui definita un atto d’amore. Tante le sue visite apostoliche, quasi sempre nei territori più martoriati, segno di un costante sostegno alle persone più in difficoltà. In quei territori ha mandato più volte messaggi di forza e speranza e ha fatto sentire la vicinanza di tutto il popolo della Chiesa Cattolica. Ciò che ha realizzato di ritorno da un viaggio all’Isola di Lesbo, in Grecia, resterà scritto per sempre nella storia della Chiesa. Il Papa Francesco ha portato con se 12 profughi, che avrebbero dovuto simboleggiare i 12 apostoli di Gesù. Un gesto unico, che rimane ancora oggi nella memoria collettiva. Un momento simbolico, forte e sintomo dell’immensa umanità del pontefice, che non dimentica mai le sue origini. Nonostante una salute precaria, basti pensare agli interventi al colon, alle varie infezioni respiratorie e all’intervento alla parete addominale, non ha mai smesso di lavorare per la sua Chiesa. L’ultimo ricovero è stato il più duro. Il 14 febbraio un nuovo ricovero al Policlinico Gemelli per un riacutizzarsi della bronchite e per un’infezione alle vie respiratorie. Nonostante le varie crisi respiratorie ha avuto comunque la forza di portare avanti la sua missione fino all’ultimo. Anche dopo le dimissioni e l’obbligo di riduzione degli impegni, ha voluto portare a termine il suo lavoro. Tanti i messaggi di cordoglio arrivati in queste ore, da tante autorità provenienti da tutto il mondo. La Chiesa perde un grande pontefice ma soprattutto un uomo come noi, che ha voluto portare la parola del Signore tra di noi. Con Papa Francesco non parliamo solo di fede, ma di umanità che cerca ancora di credere nella bontà, nella giustizia, nella possibilità di un mondo più compassionevole. Il suo esempio resta, come un faro gentile, che continua a illuminare anche i passi più incerti.

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