Di Mayla Cilla. 20 colpi. 20 colpi di pistola sparati come risposta ad una semplice e giusta frase “Andate piano, qui è pieno di gente”. È nata così la lite, prima a colpi di caschi e poi tutto d’un tratto sembrava di stare nel Far West, in un bar al centro del duomo di Monreale, è costata la vita a tre giovani ragazzi. Salvatore Turdo di 23 anni, Andrea Miceli e Massimo Pirozzo entrambi di 26 anni. Miceli prima di essere ucciso ha compiuto un gesto eroico, ha messo in salvo la sua fidanzata dentro la macchina, e solo da questo gesto si può capire che persona buona era. È stato arrestato Salvatore Calvaruso, ex pugile, di 19 anni. Il giovane che ha qualche precedente penale, si era presentato alla caserma dei carabinieri per denunciare il furto dello scooter. Pensava così di scampare la strage che aveva appena commesso. Invece i carabinieri hanno subito capito cosa aveva in mente Calvaruso, anche perché è stato incastrato dalle telecamere di zona e dal fatto che aveva perso gli occhiali. I carabinieri cercano però altre 4 persone. Ma la cosa più assurda è pensare che tre giovani vite sono state spezzate per una frase, e la cosa ancora più grave è che pensiamo che questa cosa non ci riguarda ma in realtà riguarda tutti noi, perché persone come Calvaruso ci potrebbero capitare anche a noi. Non è possibile che dobbiamo avere PAURA, paura per niente, paura che una persona così a caso ha una pistola e se gli dici una cosa detta male allora ti spara. Non è possibile, che questi ragazzi non si rendono conto di nulla, che prendono la vita come fosse un gioco. La vita non è un gioco online dove ci sono più vite. La vita è una sola ed è una cosa sacra. Questi ragazzi non danno valore a nulla e non capiscono la gravità della situazione. Ma alcune volte il problema non sono solo i ragazzi, ma anche i genitori. Genitori che tutelano i propri figli anche quando commettono un gesto estremo, invece di pensare “come è possibile che mio figlio ha fatto una cosa del genere” pensano e dicono “mio figlio non farebbe mai una cosa del genere, è un bravo ragazzo”. Ed invece l’ha fatta. Ci si rende conto delle cose troppo tardi, quando vite di ragazzi innocenti sono state spezzate, quando famiglie intere piangono e non saranno più le stesse. E poi ci si domanda perché questo mondo va a pezzi. La società, la famiglia, la scuola dovrebbero educare e proteggere tutti i ragazzi. Questo caso mi ha toccato molto perché pensare che quei ragazzi potevano essere anche delle persone a cui tengo mi spezza il cuore.
Cronaca/Una frase e tre giovani vite spezzate