Caro Babbo Natale, dove sei finito? dove sei quest’anno? Quella magia che porti sempre con te in quel sacco immenso, non l’hai fatta ancora uscire. Non hai ancora ascoltato i nostri desideri, i nostri sogni; probabilmente perché quest’anno sono forse più irraggiungibili.
Caro Babbo Natale, dove sono finite la fermezza nelle decisioni e la fiducia nelle istituzioni? Dov’è finita quella speranza di poter tornare a stare bene? Perché si ha paura di andare negli ospedali? Perché si temono e si attendono con così tanta ansia, i provvedimenti presi da un Governo, dopo interminabili ore di incertezza? Io vorrei dirti, che quest’ anno non ha lasciato nulla di buono. Nulla di buono per un’economia letteralmente in ginocchio, nulla di buono da un Governo che, indubbiamente non ha avuto facilità nel prendere delle decisioni così importanti e rischiose, un Governo che, indubbiamente ha responsabilità imponenti. Ma è allo stesso tempo un Governo che lascia passare provvedimenti incomprensibili e contraddittori.
Nel corso delle prime giornate estive, si è deciso di riaprire locali e discoteche, per poi richiuderle solo dopo un mese. Sono state aperte per necessità, per cercare di rincollare i pezzi di un’economia ridotta a brandelli, tenendo molto alto il livello di fiducia in un popolo che, invece, ha gettato via anche le basi di quest’ultima, recandosi nei luoghi affollati, non rispettando il distanziamento e non indossando la mascherina. Nel mese di settembre, invece, hanno deciso di voler riaprire le scuole, avendo lavorato e investito tutto sull’istruzione…per finire poi solo per acquistare un banco con le rotelle alla faccia di migliorare la nostra istruzione. Perché? Beh, perché se si vogliono rispettare le norme del distanziamento sociale, le rotelle, soprattutto per i bambini, non sono il massimo, permettendo il movimento in ogni direzione. Perché? Perché vorremmo un sostentamento nelle nuove tecnologie, utilizzate per la didattica a distanza. Non è bello stare dietro uno schermo ma è l’unico modo per non ammalarsi. Invece si pensa a questo, si pensa stupidamente anche di riaprirle a Gennaio, con il rischio di richiuderle dopo solo qualche giorno in quanto “del domani non v’è certezza”, ed è altamente probabile che non ci saranno contagi non appena tutti saranno tornati nelle loro classi.
Caro Babbo Natale, durante quest’anno di fuoco, abbiamo anche ascoltato critiche molto dure su chi ha anche provato a dare un suo contributo. Abbiamo letto imperdonabili insulti a due influencer per aver donato parte dei loro guadagni agli ospedali, per aver avviato i lavori di espansione e aver permesso a molte persone in fin di vita di essere curati. Abbiamo letto imperdonabili insulti a persone che, invece di pensare ad una passeggiata nel luogo più cool di Milano, hanno aiutato, forse di più dei provvedimenti di quel Governo. Lo sai, Caro Babbo Natale, che di posti letto in terapia intensiva, non ce ne sono? Lo sai che passeremo il Natale senza vedere i nostri nonni perché, ora c’è anche una nuova forma di male che imperterrito si diffonde fra noi?
La mia lettera finisce qui, e vorrei chiederti, se ci portassi solo un anno migliore e un po’ di Speranza, quella vera, che sia diversa dal nostro ministro.
Giulia Capobianco