Di Nicoletta Carli. Le verità nascoste, anche a noi stessi: il coraggio di parlare e di parlarsi. Per questo la prima cosa da fare è prendere atto che siamo dei perdenti: nella nostra parte più intima, cioè l’anima. Stiamo soffocando in un Mondo che va di corsa. Ogni giorno della nostra vita è diventato ormai una maratona, rincorriamo sempre qualcosa. Ormai la brama e il sano spirito competitivo sono diventati avarizia e mero arrivismo, e allora dobbiamo solo correre perché siamo costretti a farlo. Finché poi, guardandosi allo specchio, ci si rende conto che alla fine della corsa pur essendo tra i primi, abbiamo comunque perso. Stiamo perdendo le nostra anima.
Ed ecco che in questa ‘’corsa alla sopravvivenza’’ci si ferma un attimo. Si inizia a pensare che fondamentalmente abbiamo paura e, al contrario di quello che ci fanno credere, è normale averla. Siamo chiusi in un circolo vizioso, che non ci dà tempo e modo di pensare: a noi stessi, ai nostri pensieri più intimi. Non devono esistere pensieri divergenti o non produttivi, dunque appena abbiamo un dubbio, un timore o un’incertezza non facciamo altro che ‘’nasconderla sotto il tappeto’’ come fosse banale polvere, invece senza rendercene conto nascondiamo noi stessi. Ma giorno dopo giorno, diventa una montagna di verità occultate, tanto al Mondo quanto alla nostra stessa coscienza. Così ci si sente sopraffatti, sommersi dall’acqua fino al collo senza sapere come uscirne, la situazione non migliora e la paura aumenta. Ma in tutto questo buio, c’è comunque uno spiraglio di luce. C’è necessità di introspezione, di capire chi siamo al di fuori del ruolo sociale, o socialmente imposto. Dovremmo guardare in faccia la nostra anima, e ammettere di fronte a noi stessi che siamo umani. Semplici e meravigliosi esseri umani, unici nelle nostre identità che certamente sono fatte anche di studi o di carriera, ma soprattutto di sentimenti, belli o brutti, che vanno riconosciuti ed affrontati. Dovremmo ammettere a noi stessi che a volte abbiamo anche paura, ansia, angoscia, timore; dobbiamo ammettere e riconoscere che siamo fragili e tangibili. Dunque comprendere che si può anche cadere e farsi male, e non sempre è possibile rialzarsi autonomamente; alle volte c’è bisogno di tendere la mano verso qualcuno che sia disposto a stringerla forte, ad aiutarci. Bisogna avere coraggio di ammettere di aver paura, di aver sbagliato e parlarne. Confidarsi con qualcuno che, come noi, ha capito la profonda vulnerabilità dell’essere umano, con qualcuno che non ci giudichi ma ci ascolti e ci comprenda.
Ed allora è subito chiaro, tutto il malessere e gli sforzi nel nascondere la nostra fragilità umana, per creare una finta apparenza di perfezione, sono stati vani. Perché una volta spogliati della ‘’corazza d’oro’’ costruita siamo più liberi, più sereni, decisamente più ‘’noi’’. La verità è che, seppur sempre in corsa, la vera sfida di questa vita è imparare ad essere felici, e per esserlo a volte ci vuole prima il coraggio di ammettere la paura.