Di Mirko Vinci. “Non chiedere quello che ti dovrebbe essere offerto”. Le persone sono abituate ad alzarsi la mattina, a fare colazione, continuare con quella che è la propria vita senza riflettere su un’azione che chiunque compie quotidianamente: cacciare dalla mente pensieri scomodi. Un pensiero scomodo è un paese in guerra, una persona che ha subito violenza, così come la cruda realtà presentata da Debra Granik nel suo “Un gelido inverno”, film candidato a quattro premi Oscar, tra cui miglior film e disponibile su Amazon Prime. Quando si vede il telegiornale, quando si ascoltano notizie, realtà e scenari dalle sfaccettature più o meno terribili, scomode, si tende a continuare la propria routine scacciando quel pensiero, quella notizia, senza dargli la giusta attenzione che meriterebbe. “Tanto non mi riguarda”. Un pensiero che lo si voglia ammettere o no ha attraversato la mente di ognuno. Spesso ci si lamenta di sciocchezze, di cose superflue, magari perché il pullman è arrivato cinque minuti in ritardo e la nostra cena sarà leggermente fredda: banalità per la protagonista della pellicola in questione, una ragazza appena adolescente che deve portare a casa da mangiare per i suoi fratelli più piccoli e che rischia di essere sfrattata per questioni che riguardano persone non interessate al bene della famiglia. L’altro lato dell’America, ma sarebbe da parlare dell’altro lato del mondo di cui non spesso di parla. Quartieri abbandonati a loro stessi dallo stato, in cui è come se si vivesse estraniati dal tempo e fuori dalla realtà, dove vige la legge di sopravvivenza, dove se puoi prendi e se non puoi ti fai da parte. Nell’immaginario collettivo ci si immagina un paese come l’America come la megalopoli che esaudisce i desideri di chiunque, grattacieli alti metri e metri, parchi verdi e tecnologia all’avanguardia. Occorrerebbe talvolta svegliarsi dalla favola e capire che c’è una realtà senza lingue, senza etnie, senza confini: la povertà. Si tende ad associare questo termine a persone posizionate sempre un gradino più in basso al nostro, quando invece come emerge dal film è il sudore di portare a casa qualcosa da mangiare a fine giornata o avere sopra la testa un tetto per dormire a fare la differenza. Non importa se il pullman passerà cinque minuti in ritardo o se la cena sarà fredda, perché si avrà la certezza che ancora per un giorno si potrà mettere qualcosa sotto i denti, che anche oggi si è fatto il possibile. Un altro modo di vedere la vita, un’altra storia.
- Autore dell'articolo:Marco Palma
- Articolo pubblicato:18 Maggio 2021
- Categoria dell'articolo:Spettacolo