Di Matteo De Luca. Il grido di aiuto lo ha lanciato lei stessa: dopo che l’uomo fa davvero di tutto per distruggerla.. La terra da troppo tempo tossiva e brontolava senza che nessuno se ne curasse, sottolineando in modo particolare quanto il modus operandi, di chi invece potrebbe supportare una radicale “svolta green” del nostro stile di vita ,sembra lo stesso. Nemmeno un assise svoltosi un paio di settimane su questo tema, il “friday for the future”, svoltosi il 24 settembre; o quello di cui hanno discusso nel recente G7 allargato poi ad altri paesi, ha partorito iniziative concrete.
Nel nostro paese, di fatti, questo finto interesse riportato da tanti politici e personaggi pubblici di rilievo ci da la possibilità di riflettere a fondo sulle radici di questo menefreghismo italiano sul tema dell’ecologia; ad esempio perché le città italiane sono spesso citate nelle classifiche delle metropoli più sporche al mondo o in Europa, come ad esempio la nostra capitale, la quale da anni ed anni non solo subisce scarichi illegali di materiali altamente inquinanti ma anche una ridicola manutenzione dell’igiene che un città importante come Roma dovrebbe avere.
Il Campidoglio con oltre 30 anni di scarsa cura del patrimonio ambientale, sembra affrontare con il medesimo qualunquismo e disinteresse sia le numerose manifestazioni, sia una giusta informazione e formazione dei cittadini in quanto a raccolta e riciclaggio dei rifiuti.
Oggigiorno una formazione ecologica a partire dai primi anni di vita è importante e necessaria al fine di riuscire a correggere gli stessi errori commessi dall’umanità in passato; e che vivere con uno stile di vita più responsabile nei confronti del nostro pianeta non sia più di difficile impresa, ne’ tantomeno l’ennesimo artiglio per restare attaccati al guadagno. Tutto ciò nella speranza di spingere le nuove generazioni ad abbracciare una vita ed una routine efficacemente eco-friendly e non per questa ragione meno tecnologica, utile o funzionale