Di Vanessa Fazio.
È uscito questo venerdì il film che racconta la tragica vicenda che vede protagonista Yara, lei aveva un sogno, diventare una ginnasta ma durante un freddo pomeriggio di febbraio qualcosa è cambiato per sempre. La storia la conosciamo tutti e ancora oggi nessuno si dá pace. Il suo corpo dopo mesi di ininterrotte ricerche venne ritrovato da un uomo, uno qualsiasi,in un campo ricoperto di neve, di Yara non era rimasto più niente, soltanto la sua anima distrutta e i suoi vestiti che non ha potuto più cambiare. I sospettati furono molti. Ma oggi a scontare l’ergastolo è Massimo Bossetti che fin dall’inizio si è professato innocente ad incastrarlo fu il suo DNA ritrovato sul corpo della povera ragazza. Il film risulta naturalmente romanzato ma è molto scrupoloso nel riportare esattamente tutte le fasi dalla scomparsa all’accusa iniziale nei confronti Mohammed Fikri, operaio marocchino del cantiere edile dove i cani molecolari avevano rilevato l’ultima traccia della ragazza. Il 5 dicembre 2010 Fikri fu fermato a bordo di una nave diretta a Tangeri, fu indagato per la scomparsa della 13enne a causa di un’intercettazione telefonica in cui parlava in arabo, rivelatasi poi priva di valore a causa di una traduzione errata della frase “che Allah mi protegga” in “che Allah mi perdoni”. In seguito, verrà rilasciato e la sua posizione verrá archiviata, oggi richiede un importante risarcimento per le ripercussioni subite dall’accusa rivelatasi un grave errore. Il legale di Bossetti ritiene che il film sia pieno di inesattezze ritenendo di non essere stato contattato dal registra Marco Tullio Giordana per proporre la propria versione dei fatti. Versione che ad oggi risulta inutile, chi deve pagare sta pagando e finalmente la piccola Yara può riposare in pace nonostante meritasse di vivere e seguire il suo più grande sogno. Infondo non chiedeva tanto.