Di Martina Datti
Orrore, disgusto, crudeltà, mostruosità si potrebbe continuare all’infinito ma nessuna di queste parole riesce a descrivere l’atrocità dell’infibulazione.
In molti potrebbero pensare che si tratta di qualcosa che avveniva solo in passato, tanti altri, troppi non sanno neanche di cosa si tratti.
L’infibulazione è una pratica che prevede la rimozione totale o parziale degli organi genitali femminili esterni e la cucitura della vulva, viene solitamente eseguita con una lama da un circoncisore o persone anziane della comunità (soprattutto donne) e senza anestetico. Molte volte prende le forme di un vero e proprio “rituale” che riguarda soprattutto le bambine.
La sola descrizione fa venire i brividi ma nonostante non si tatti di una pratica medica è ancora diffusa in moltissimi paesi.
Verrebbe da chiedersi perché nel 2022 esista ancora l’infibulazione che è una vera e propria tortura, a cui moltissime delle vittime non riescono a sopravvivere. Qualcuno potrebbe dare la colpa alla mentalità chiusa delle “persone” che la praticano, anche se viene un po’ difficile considerarle tali, qualcun’altro potrebbe dire che è dovuto al fatto che sono rituali che vengono praticati in paesi sottosviluppati come quelli dell’Africa subsahariana; ma queste non sono motivazioni valide per spiegare il motivo per cui le donne nel 2022 vengono ancora viste come qualcosa di inferiore, e in quanto tali considerate e trattate come oggetti.
Nel 1900 si pensava che nel XXI secolo ci sarebbero state le auto volanti o la pace nel mondo e invece no, nel XXI secolo le donne sono ancora viste come strumenti da poter tortura e usare a piacimento.