Di Jasmine Natalini. “Un viaggio fuori dagli schemi, che spinge gli studenti oltre i confini tradizionali”.

Il momento della conclusione di un corso universitario è spesso un’esperienza carica di emozioni contrastanti: la gioia per aver completato con successo un percorso significativo e la nostalgia per i momenti condivisi con compagni di studio e con il docente. Questo particolare corso universitario è stato più di un semplice percorso accademico; è stato un viaggio arricchente che ha contribuito non solo al nostro bagaglio di conoscenze, ma anche alla nostra crescita personale. In effetti si tratta di un corso alternativo a quella che è la monotonia dei corsi universitari, un corso ricco di emozioni dove si impara attraverso le storie che ognuno, compreso il professore racconta e tramanda. In questo corso si insegna il giornalismo di vita e fidatevi non è un concetto che può essere appreso all’interno di un semplice libro, perché esso si trova dentro ognuno di noi, in ogni angolo, in ogni cosa. Durante questi tre mesi, abbiamo affrontato sfide accademiche stimolanti che ci hanno spinti a superare i nostri limiti intellettuali. Le inchieste, i telegiornali, le videorubriche, le discussioni in aula, i dibattiti svolti e i tanti film da vedere hanno favorito lo sviluppo di competenze critiche e la capacità di lavorare in un team. Ogni lavoro effettuato e ogni discussione approfondita sono diventati mattoni fondamentali nella costruzione del nostro sapere. Il legame con i compagni di corso è diventato un pilastro fondamentale della mia esperienza universitaria perché tra le risate condivise e le sfide superate si è, inevitabilmente, creato un legame indissolubile. In sostanza la fine del corso non segna solo la conclusione di una fase accademica, ma anche la fine di un capitolo con persone che hanno condiviso con me le gioie e le fatiche di questo percorso. Sebbene il corso universitario giunga al termine, i legami formatisi e le conoscenze acquisite rimarranno con me per sempre, plasmando le mie scelte e le mie prospettive.

Ci tengo a ringraziare il professore che in questo lungo percorso è stato una guida e che con il suo “carpe diem” mi ha spronato ad esprimere sempre il mio potenziale. Un docente preparato, cordiale, gentile e come si definisce egli stesso un “compagno di viaggio” che a suon di non mollare l’osso ha tirato fuori l’anima , la forza, la grinta di ogni suo studente. Il professore ha una dedizione e una passione unica che hanno reso ogni lezione un’opportunità di apprendimento altrettanto unica. Ogni suo consiglio e incoraggiamento hanno  contribuito a plasmare il mio percorso accademico e a consolidare la fiducia nelle  mie capacità.In conclusione, ci tengo a precisare che la fine di questo percorso non è solo un addio, ma un saluto a nuove opportunità e sfide. Conservo il ricordo dei momenti condivisi con affetto, consapevole del fatto che il bagaglio culturale e umano acquisito mi accompagnerà lungo il cammino che mi aspetta.

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