Di Natalia Usciuc. il 20 agosto 1989 accade un tragico evento che sconvolse l’America.
I fratelli Menendenz uccidono i propri genitori Kitty e Jose Menendenz nel salotto della loro casa a Beverly Hills.
Lyle e Erik Menendenz erano visti come ragazzi privilegiati, figli di genitori all’ apparenza perfetti, il padre imprenditore di successo e la madre invidiata da molte donne dell’epoca.
Nei processi, i fratelli raccontano le tragiche esperienze vissute in realtà all’interno di questa famiglia: un padre che li abusava fisicamente e che esercitava un controllo totale su di essi e sul loro futuro e una madre instabile,incapace di proteggerli, succube del padre . La loro vicenda rappresenta come, a volte, la famiglia, idealizzata come luogo sicuro e protettivo, possa invece rivelarsi un ambiente tossico e soffocante, dove dietro un’apparenza ci sia una realtà oscura.
L’idea della famiglia come luogo sicuro rende difficile, per molti ragazzi che oggi vivono queste sofferenze, parlarne apertamente, temendo di essere incompresi continuando così a crescere e vivere in un ambiente familiare tossico. I continui abusi impattano negativamente sulla vita e sulla salute psicologica, essendo, la famiglia, un’ambiente che viviamo di più nel quotidiano, quindi che influenza molto il nostro comportamento.
La storia dei Menéndez è uno dei tanti casi di abusi familiari che,purtroppo,è finita in tragedia.
Per questo è fondamentale creare una cultura di ascolto e comprensione, in cui i giovani possano sentirsi liberi di raccontare le proprie esperienze, trovare il coraggio di parlare può essere il primo passo per intervenire sulla questione .È necessario che la società presti attenzione anche ai piccoli segnali, offrendo il giusto sostegno per rendere la vita a questi ragazzi un po’ più serena.