DiBeatrice Pastore.Ricordo ancora come se fosse ieri, il primo giorno di lezione di giornalismo televisivo, entrai in punta di piedi in quella stanza, non conoscevo nessuno, e questa era una cosa che mi spaventava. Pensavo dentro di me che si sarebbe svolta una lezione come le più consuete all’interno dell’università, ognuno al proprio posto con un computer davanti e le dite che passano velocemente sulla tastiera, perché il professore avrebbe iniziato a spiegare e noi attenti a scrivere tutto ciò che avrebbe detto. No, ma quella lezione non è stata così, è stata diversa fin dal primo istante. Non prendete appunti, questo è un corso in cui bisogna partecipare attivamente, dire la propria opinione, il proprio pensiero…premetto che queste prime parole pronunciate dal professore destarono in me ansia perché l’idea di parlare davanti a persone che non conoscevo mi aveva fatto venire voglia di alzarmi da quella sedia e scappare, poiché essendo molto introversa tutto ciò mi spaventava. Pensavo ora cosa dico se mi chiama?

Nella mia testa rimbombavano mille interrogativi, ma perché lo ho scelto? Beh, non voglio nascondermi questo è quello che ho pensato in quei primi istanti di lezione ma ero lì, avevo deciso di esserci e quindi dovevo rimanerci perché non mi piace scappare dalle cose, è stato un modo anche per vincere le mie paure e insicurezze. Decido di non alzarmi, e la lezione intanto continua e piano piano quella paura comincia a scomparire perché prevale in me la curiosità e l’attenzione che stavo dando a quelle prime bellissime parole pronunciate dal professore. Più volte è stato ripetuto dal professore che noi non siamo numeri, matricole ma persone, e oggi pensavo quanto è difficile trovare un tipo di insegnamento di questa maniera?Quindi da subito ho capito che quel corso avrebbe messo davanti il valore che ogni ragazzo ha, la strada che ogni studente vuole inseguire, insomma ci avrebbe permesso di tirare fuori la voce ad ognuno di noi. Torno a casa dopo quella prima lezione ancora stupita e sorpresa da quello che avevo vissuto, non avevo appresso le classiche nozioni che si trovano sui libri di testo, ma già da quelle prime tre ore di lezione avevo portato con me delle vere e proprie lezioni di vita e inconsapevolmente stava iniziando il mio miglioramento. Perché parlo di miglioramento? Poiché questo corso lo ho vissuto come una prova, mi sarei dovuta mettere in gioco in un contesto che pensavo non facesse per me, che mi terrorizzava alla sola idea di dover dire la mia opinione… devo abbattere questi muri, questi blocchi che ho, devo vincere la mia timidezza. Certo non è stato subito facile, intervenivo in classe solo quando me lo sentivo o il professore mi interpellava, poi è arrivato il giorno del dibattito, avrei dovuto parlare di un argomento a mio piacere e lì penso che quei paletti che tante volte mi metto li abbia abbattuti, e ho iniziato a parlare senza pensare al giudizio della gente. Una piccola vittoria penso di essermela portata a casa, perché già parlare davanti a persone che non conoscevo liberalmente è stata una conquista. Questo è stato reso possibile anche e soprattutto grazie all’ambiente in cui si tengono le lezioni, un luogo in cui ogni ragazzo ha la possibilità di dire il proprio pensiero, e ogni riflessione non viene giudicata ma vista come un qualcosa che possa arricchire la nostra visione, poiché di fatto ognuno ha un proprio modo di pensare ed essere. Bisogna essere predisposti ad ascoltare, esporsi, accettare le critiche e farne tesoro. Con il passare delle lezioni, infatti, cominci a conoscere i tuoi colleghi, conosci le loro storie e inizi a capire che quelle persone che all’inizio ti sembravano sconosciute piano piano diventano persone con le quali puoi aprirti e confrontarti. Dibattiti, articoli, telegiornali, inchieste fanno parte di questo corso e ti danno la possibilità di muovere i primi passi in quello che vorrai poi fare un domani. Ma ho capito ancor di più che per scrivere un articolo, fare un’inchiesta, approcciarsi la prima volta a girare un telegiornale, c’è sempre bisogno di passione e sacrificio che va oltre ogni singolo lavoro. Non so cosa mi riserverà il futuro, se questo corso mi servirà per diventare giornalista, ma sicuramente ho capito ancora di più che è quello che voglio fare e la più grande lezione che porterò con me è che non dobbiamo mai fermarci di fronte a nulla, dobbiamo cogliere ogni aspetto della vita e trarne un insegnamento, e soprattutto non dobbiamo avere paura di esprimerci, di avere le nostre idee, di andare contro corrente perché magari le nostre idee non piacciono. E come ha ribadito più volte il professore noi siamo giornalisti di vita, entriamo dentro le storie e dobbiamo scrivere di pancia e di anima, perché il giornalismo non è solo un lavoro, ma uno stile di vita.

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