Di Fabiola Capone Braga.
Ormai il fatto che molti giovani “fuggano” dall’Italia, per andare all’estero non è una novità.
Per alcuni un futuro lo si può trovare solo in paesi come la Germania, l’Olanda, la Francia, per rimanere in Europa; poi vi sono quelli che io chiamo i più temerari, ovvero quelli che decidono di cambiare proprio continente, vanno in America, Cina, Giappone, insomma in quegli Stati dove la manodopera serve sempre ed è pagata bene.
Ma perché, se all’Italia serve lo stesso tipo di manodopera i giovani decidono comunque di andarsene?
Iniziamo col dire che non esiste un’Italia senza nepotismo, questo è uno dei fattori che più penalizza il Paese; poi vi è il fatto che senza una laurea non vieni pagato a sufficienza per mantenere una famiglia, quindi il giovane che vuole accasarsi è scoraggiato e questo provoca una diminuzione delle nascite e dei matrimoni; poi vi sono le tre cose più gravi dell’Italia: la mentalità, l’idea che l’Italia possa mantenersi con l’artigianato e prodotti tipici e il fatto che l’Italia è diventato un paese di “vecchi” basato su una mentalità di cinquant’anni fa.
Andando in ordine:
Secondo uno studio del World Economic Forum, che indica il peso del nepotismo nel mondo, l’Italia è all’ottantacinquesimo posto con una valore di 3.8 su 7 (dove per 7 si indica il livello di meritocrazia, l’1 indica il livello di nepotismo). Questo non è un dato molto incoraggiante, vuol dire che in Italia il nepotismo prevale sulla meritocrazia. Quindi la maggior parte delle famiglie Italiane spreca soldi per mandare i proprio figli all’università? Non è del tutto vero, ma neanche del tutto falso. Se si considera che la minoranza è “ricca”, i giovani di famiglie più “povere” sono scoraggiati sin dall’inizio, ma è anche vero che un titolo di studio ti permette di trovare lavoro ovunque nel mondo. Con questo ci ricolleghiamo a ciò che è stato detto prima: i giovani continuano a studiare per prendere la laurea ed andarsene, non per rimanere in un paese che non lo premia per i loro sforzi.
Passiamo al secondo punto: senza una laurea non vieni pagato abbastanza.
Questo è vero e nessuno lo può negare. Il titolo di studio sicuramente ti permette di poter guadagnare di più e di poter avanzar di carriera. Ma collegandoci a ciò che è stato detto poco prima, i giovani sono scoraggiati sin dall’inizio a studiare, e questo provoca un disinteresse. Questo porta a pensare ad un futuro incerto in Italia e quindi a cercarlo altrove, dove può essere possibile creare una famiglia e vivere degnante.
Terzo punto: la mentalità, artigianato e paese di “vecchi”.
Per palare di mentalità non bastano le pagine di un quaderno ma proveremo comunque a raccontarle.
Per prima cosa bisogna parlare della discriminazione uomo-donna che in Italia è ancora presenta, anche se non sembra. La donna guadagna, per la sua posizione, meno rispetto a quanto guadagnerebbe un uomo per la stessa.
L’Italiano guarda il suo orticello. Non siamo abituati a parlare di popolo, o lo facciamo solo quanto conviene a qualcuno. L’Italiano fa il minimo indispensabile per stare bene non pensando al suo vicino, o addirittura il solo pensiero che nel farlo star male fa star bene se stesso non lo scoraggia. L’altruismo non è una parola che si addice molto al popolo italiano. Questa situazione porta il giovane a puntare più in alto rispetto al cittadino medio, in quanto dalla vita vuole di più.
Un punto che però vorrei dedicare alla controparte è il fatto che il giovane non è più curioso. Il giovane di oggi è poco interessato al passato ma concentrato solo e esclusivamente sul futuro, ma questo perché il futuro ad oggi è visto come un qualcosa di incerto e poco rassicurante, ecco perché i ragazzi impiegano più del previsto a laurearsi. Il giovane non è informato su cosa seve al paese e la cosa peggiore è che non gli si dà la possibilità di mantenersi.
Lo Stato non vene incontro ai giovani investendo su di loro, a differenza dei paesi esteri. Perché? Bella domanda!
La cosa meno rassicurante e più preoccupante è il fatto che la persona anziana non può permettersi di andare in pensione perché riuscirebbe a malapena a sopravvivere.
Investire sui giovani e dare la possibilità ai pensionati di vivere degnamente non sembra una cattiva idea, ma come realizzarla?
Una brava persona che si travesta da Robin Hood, derubando ai ricchi per dare ai poveri.
E’ un sogno che tutti sperano si avveri, ma troppo fiabesco.