Di Cristina Falcioni
“L’amore strappato”, la miniserie evento di Canale 5, creata da Simona Izzo e Ricky Tognazzi. La serie riuscitissima è ispirata alla storia vera di Angela Lucanto che per colpa di un tremendo errore giudiziario è stata strappata alla figlia quando aveva solo sei anni. La storia che viene raccontata è un grande mix di tristezza, ingiustizie e amore ritrovato e ti tiene con il fiato sospeso fino alla fine di ogni puntata. La serie che ha fatto il bum di ascolti ha avuto così tanto successo non tanto per la bravura di come è stata ricostruita la storia o la bravura degli attori ma proprio per il fatto che, essendo una vicenda realmente accaduta, le persone si sono fermate a chiedersi seriamente come sia stata possibile una cosa del genere. Angela è stata strappata alla famiglia perché qualcuno aveva accusato il padre di abusare di lei e questo è stato “confermato” anche da una psicologa messa accanto alla bambina nell’orario di scuola all’insaputa della famiglia. Il dato fondamentale che avrebbe fatto incriminare il padre, a quanto pare, sarebbero stati dei disegni fatti proprio dalla bambina in cui, per sua stessa ammissione, cercava di rappresentare il fantasma della storia che il papà le raccontava ogni notte. Il fatto che ci sia voluto così poco per strappare una bambina dalla propria famiglia dimostra la completa mancanza di attenzione che la bambina riceveva dalla psicologa, a cui a quanto pare non importava di sapere la verità ma le bastava accusare l’uomo e all’inefficienza assoluta della magistratura che, con prove di così poco conto, ha messo per anni in galera un uomo innocente e dato in adozione la bambina. Anche dopo che il padre era uscito di prigione e quindi assolto da tutte le accuse, la bambina non ha potuto riabbracciare i propri genitori perché, le autorità, avevano già deciso di darla in adozione. In tutti gli anni in cui è stata con la famiglia adottiva si è sentita, per sua ammissione, abbandonata e non voluta dalla famiglia in quanto a lei non era stato detto il perché si trovasse in quella condizione e tantomeno che la sua famiglia stava cercando con ogni mezzo di riprendersela. Dopo dieci anni finalmente i genitori riescono a scoprire dove si trova Angela, dopo aver tentato mille strade, ma continuano ad esserci ostacoli che li separano: per mandato del giudice la famiglia biologica non può avvicinarsi a quella adottiva e quindi nemmeno ad Angela ormai sedicenne. Loro però non si arrendono e mandano il fratello maggiore da lei per cercare di parlarle e raccontarle come sono andate realmente le cose. All’inizio, scettica delle parole del fratello, rimane a guardarli nell’ombra, ma quando poi rivede la madre tutti i suoi dubbi svaniscono e la riabbraccia dopo dieci anni di separazione. Le emozioni sono tante e molto intense, sono quasi arrivati alla fine del supplizio ma c’è ancora un ultimo ostacolo: la legge. Per legge infatti lei solo al compimento del diciottesimo anno di età avrebbe potuto scegliere se rimanere con la famiglia adottiva o tornare da quella biologica. La storia finisce giustamente che lei torna dalla famiglia biologica e, ancora sconvolta per quello che le era accaduto, decide perfino di scrivere un libro in cui racconta per filo e per segno dei maltrattamenti subiti sia dalle autorità, sia dai responsabili delle case- famiglia in cui aveva alloggiato e anche di tutte le emozioni provate. La serie è stata veramente un successo sotto ogni punto di vista, regala forti emozioni e lascia anche un po l’amaro in bocca ma è assolutamente consigliata la visione.