Di Fabiana Donato. Andare contro cuore, è difficile, ma può salvare da un amore che tutto distrugge. Trovare una ragione del perché tutto sia finito, non è possibile. Mancano le parole e il senso di disorientamento è così forte, tanto da sentirsi persi guardandosi allo specchio. Malessere vissuto come un lutto, che peggiora se i ricordi di mortificazioni e urla tornano come fantasmi. Denunciare fa paura, soprattutto chi ha fatto parte di un rapporto così importante, ma cacciare via le angosce che avvelenano il cuore delle persone, a volte può far rinascere.

Le relazioni, sono come le case, alla base si pongono le fondamenta per un rapporto solido. Si prendono le misure, e mattone su mattone si inizia a costruire; o come un puzzle a far combaciare i pezzi, tutti insieme pronti a costruire il primo muro. I muri però dividono le persone, per cui bisogna sapere guardare oltre, perché le incomprensioni non entreranno mai dalla porta, ma silenziose matureranno in quei blocchi di cemento che finiscono per pesare sul cuore di chi ama. Il problema è quando i disaccordi lasciano lo spazio a qualcosa di peggiore delle incomprensioni, qualcosa che chi vive la relazione non riesce a rendersene conto subito, o comunque cerca di trovare il buono laddove c’è soltanto violenza. Improvvisamente, quella casa sicura, che è cresciuta lentamente, inizia a subire i danni di un aggressivo terremoto che dopo la prima scossa le fanno perdere dei frammenti di cemento. Frammenti che adesso verranno ricoperti da altro cemento, dimenticando così quanto accaduto. Fino a quando non arriva la seconda scossa che fa perdere le assi, quelle assi che avevano tenuto  tutta la struttura, spezzate, sono cadute al suolo. È difficile trovare velocemente un modo per sostenere come prima tutta l’impalcatura, ma si possono trovare delle soluzioni con il passare del tempo. Così, la casa che è malmessa e traballante, sta ancora in piedi. Terza scossa, cade il tetto. Grosso guaio, in fondo però, alzare la testa e guardare il cielo non è poi così male, tranne quando piove. Piange il cielo e la casa assorbe tutte le gocce, trattenendole per sé. Ci si abitua alle scosse, dopo averne superate un po’, non è poi così difficile. Cielo e terra accolgono la casa, che malridotta tiene duro. Dopo tante intemperie e l’aver perso parti della costruzione, accade qualcosa di inaspettato: arriva una folata di vento e la casa crolla, e con essa, la pace, l’amore e tutto il peso del mondo cade sulle spalle di chi ha sorretto per troppo tempo  un amore ormai malato.

Quando succede lascia un vuoto che viene colmato da un intenso sentimento di sgomento. La paura però, oltre a paralizzare, può far vedere le cose davvero per come sono e non per come le si credeva fossero, riconoscendo quanto sia impossibile ricostruire la stessa casa con quella persona, che diventa il peggiore degli incubi. Ancorarsi in una relazione che fa stare male, non è amore, è sopportazione. Aver timore di confrontarsi alimenta il malessere, che porta ad altri terremoti, ancora più violenti, tanto da far disperdere anche le ceneri dei mattoni della casa. Imparare che gli spazi vuoti devono essere colmati dall’esperienza maturata è il primo passo per superare la paura di un incontro.Con quella dignità della nostra persona che mai deve lasciarci. Quello stesso incontro che un tempo faceva sognare, adesso è motivo di paura e ma anche di rinascita. Reagire è la parola d’ordine, incontrando le proprio preoccupazioni, affrontandole, ricordando che ogni persona che prova grandi sentimenti, come l’amore, ha dentro di sé una forza che può far tornare a splendere di luce propria.

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