Di Luna Luciano.Come si può spiegare ad un bambino che la guerra non è giusta, quando l’unica realtà che conosce è fatta di esplosioni e violenza? I conflitti armati, in continuo aumento ogni anno, rubano l’infanzia dei piccoli civili e seppelliscono la loro voce tra le macerie. “Sono solo una bambina ma ho dimenticato l’infanzia. Ci sono tante armi qui“. È la testimonianza drammatica di Eva, la piccola bambina curda travolta ingiustamente dalla guerra nella Siria Nord-Orientale. Gli attacchi indiscriminati ai civili, esecuzioni sommarie sono all’ordine del giorno e dall’inizio del conflitto sono stati uccisi 218 civili di cui 18 bambini.
“Ho soccorso un bambino che era stato ferito al torace. La ferita era aperta e non riusciva respirare. Era come se una scheggia gli avesse squarciato il petto. Nei pressi non c’erano basi militari o posti di blocco”. Le parole di un volontario dell’associazione Mezzaluna Rossa, raccolta da Amnesty, raccontano la realtà che i civili sono costretti a vivere: diventare il bersaglio di offensive militari. Oltre 150mila persone sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni a causa dell’avanzata delle truppe turche. In una nota ufficiale l’Unicef ha dichiarato che di questi circa 70mila sono i bambini rimasti senza casa.
“Io ho solo un cuore bianco, rivolto verso tutto il mondo” spiega Eva con gli occhi segnati dall’orrore della guerra. “Mi darete mai la pace? Mi restituirete la mia infanzia?“. L’appello di Eva all’Onu, all’Unicef e al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, rappresenta la voce di tutti i bambini curdi e siriani che da ormai otto anni vivono in un teatro di guerre. Secondo Save the Children circa 4 milioni di bambini sono nati dall’inizio degli scontri armati e non conoscono nulla all’infuori di questa realtà, un bambino su tre è senza scuola. Sempre l’Unicef infatti ha dichiarato che durante la settimana precedente tre strutture sanitarie e una scuola sono stati attaccati e la stazione idrica di A’louk, che forniva acqua a circa 400mila persone è fuori servizio ed ha espresso preoccupazione per almeno i 170mila bambini che potrebbero avere bisogno di assistenza umanitaria. In questo clima di terrore la generazione di Eva, oltre a vedersi sottratta l’infanzia, si trova dunque priva di diritti civili, sociali, sanitari e culturali. Con un paese in macerie da ricostruire quale prospettiva possono avere le nuovi generazioni per il futuro?
«È questo il mio messaggio: per favore, vi supplico, fermate questa guerra».