Di Fabiola Capone Braga.Sono circa settantamila i bambini sfollati dal nord-est della Siria, a causa della guerra civile scoppiata il nove ottobre scorso.
L’Unicef conferma i dati, specificando che almeno undici bambini sono stati uccisi, sette in Turchia e altri nove sono stati feriti.
L’Unicef dichiara di essere preoccupata per centosettantamila bambini che, a causa delle violenze nel nord-est del paese, rischiano di non poter usufruire di assistenza sanitaria, in quanto tre strutture e altrettanti veicoli sanitari sono stati attaccati. Anche la stazione idrica che forniva acqua a più di quattrocentomila persone ad Al-Hasakeh è fuori servizio.
La stessa organizzazione sta facendo pressione ad entrambe le parti coinvolte per poter garantire la salvezza dei bambini. Essa ha deciso di continuare a supportare la distribuzione di acqua potabile, la fornitura di servizi per la salute e nutrizione ad Al-Hole, campo dove vivono sessantaquattromila bambini e donne.
Un operatore della Mezzaluna curda testimonia “Ho soccorso un bambino che era stato ferito al torace”. La ferita era aperta e non riusciva a respirare. Era come se una scheggia gli avesse squarciato il petto”. Amnesty International precisa che “Nei pressi non c’erano basi militari o posti do blocco”.
Si sospetta che ”contro i combattenti curdi vengano usate armi non convenzionali”, lo scrive su twitter Mustafa Bali, capo della comunicazione delle Syrian Democratic Forces a guida curda.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani parla di raid aerei e bombe dell’artiglieria che proseguono da più di tre giorni. Questo ha portato l’SDF a chiedere alla comunità internazionale, alle organizzazioni per i diritti umani, alla Lega Araba, alla Federazione Russa e alla coalizione internazionale la creazione di corridoi umanitari per la popolazione nelle zone riguardanti le stesse località dove i curdi avevano denunciato raid turchi con armi chimiche.
Secondo i dati geografici, sembra che le zone più colpite siano proprio quelle abitate, comprendenti di ospedali e rifugi per gli sfollati.
A testimonianza di queste crudeltà l’agenzia di Hawar, organo dell’amministrazione curda, ha deciso di diffondere un servizio video in cui sono ripresi bambini ricoverati in ospedale internati con gravi ustioni.
Dopo il ritiro delle O.N.G., dovute all’invasione turca, la Siria si ritrova in serie difficoltà sia per garantire la sopravvivenza della popolazione locale, in particolar modo dei bambini, sia per garantire la sicurezza stessa dei feriti.
Siria: La tragedia raccontata dall’UNICEF