Di Claudia Adamo. Fu svegliata all’alba con due anime e due diverse velocità, negli anni sempre più evidenti: una occidentale, moderna, e al passo con il resto dell’Europa e l’altra invece di stampo sovietico, grigia, con grandi palazzoni tutti uguali, dalle linee dritte e monotone e nella quale poco era lasciato all’iniziativa personale o alla valorizzazione delle differenze. Era l’agosto del 1961 Berlino si svegliò avvolta da un filo spinato che poco dopo divenne un vero e proprio muro invalicabile. Divideva la città in due, la parte Ovest, controllata dalle forze occidentali e quella Est, che era invece sotto l’influenza sovietica. Ci furono svariati appelli delle maggiori personalità mondiali, per far si che la città tornasse intera e soprattutto piena, piena di vita, di speranze e di sogni di chi per anni, vivendo a Berlino Est, aveva potuto vivere solo indirettamente o di nascosto quello che l’Occidente, a pochi metri da casa, poteva offrire loro, primo fra tutti la musica. Quella Berlino che per un ventennio è stato il cuore del terzo Reich dove nel Viale dei Tigli Hitler obbligava il raduno di migliaia di tedeschi al suono della Cavalcata delle Valchirie di Wagner.
Molti ricorderanno infatti il concerto del 1987 che David Bowie volle fare davanti al Reichstag, a pochi passi dal muro, proprio per far si che gli abitanti di Berlino Est, nel frattempo radunati a migliaia dietro quella linea divisoria, potessero sentirlo. Poi la caduta del muro il 9 novembre del 189: fini un’era e nacque un’altra storia
Oggi Berlino sembra essersi lasciata alle spalle quel periodo, e pare quasi impossibile pensare che dove un tempo vi era grigiore e sconforto, oggi la vita vi scorra frenetica e ingorda di cultura, divertimento e di arte, qui dove le fabbriche sovietiche sono diventate veri e propri locali di musica tecno e le strade hanno l’odore di Kebab e di cibo etnico. Il cuore pulsante di Berlino Est è la “Mitte”, letteralmente “il centro”. Qui tante sono le cose da fare e da vedere, e l’aria che si respira è quella del cambiamento continuo che fa si che tutto sia in perenne divenire. Una delle più belle zone della Mitte è l’Augustrasse, la via per gli amanti dell’arte contemporanea, lastricata di galleria d’arte e di ristoranti per i più radical chic. Non molto lontana da lì vi è una delle più importanti piazze di Berlino, Alexanderplatz, su cui veglia la torre della televisione, uno dei pochi resti del passato sovietico della città. Qui le fredde tracce del comunismo si riscaldano nei mesi di novembre e dicembre con il vino caldo e i dolci venduti nei mercatini di Natale, un must per gli appassionati di questa festività. Sempre nella Mitte si trova l’isola dei musei, dove il museo di Pergamo è senza dubbio il più famoso, soprattutto per gli amanti dell’archeologia che potranno ammirare, tra i molti reperti, l’Altare di Pergamo e la Porta del Mercato romano di Mileto. A poca distanza da li è invece possibile ammirare la Porta di Brandeburgo, risalente al 1788 ed emblema, in tempi più recenti, della Repubblica Democratica Tedesca (DDR) e il Memoriale dell’Olocausto, un’opera formata da 2711 blocchi rettangolari di calcestruzzo che sembrano delle lapidi, in ricordo delle vittime della Shoà.
Nonostante il cambiamento, infatti, Berlino non ha voluto dimenticare ciò che è stato e per questo tuttora, accanto ai nuovi e moderni edifici costruiti negli ultimi anni, ha voluto conservare alcuni resti del suo passato. Per questo, al di fuori della Mitte, gli amanti della street art non potranno perdersi una visita nella East Side Gallery, una galleria a cielo aperto del muro in cui è possibile ammirare tantissimi murales, tra cui il più famoso è quello del bacio tra il Segretario Generale dell’URSS e Presidente della DDR.
Da ultimo, Berlino, attraverso la costruzione della cupola di vetro del nuovo Reichstag, sede del Parlamento tedesco, che è possibile visitare tutti i giorni, ha voluto indicare il vero messaggio della Germania di oggi: ovvero che il cittadino sta sopra le istituzioni. La cupola di vetro, infatti, è stata costruita in maniera tale che i cittadini possano assistere alle riunioni del Parlamento quando l’Assemblea è riunita al di sotto, e i parlamentari possano ricordarsi sempre, vedendo i visitatori sopra di loro, il popolo che rappresentano.