Di Giulia Capobianco. Un altro anno di “My way – a modo mio” sta volgendo al termine. Scorro pagine e pagine scritte, senza sbavature d’inchiostro; pagine e pagine sul mio computer, quelle scritte in ogni dove, accompagnata dal ticchettio arbitrario delle dita sulla tastiera, quasi fosse la mia canzone preferita. Ed ancora pagine e pagine di ricordi, di momenti di quest’ultimo anno, dove qualche tassello d’amore, pezzi d’insicurezza, esperienze di vita si sono intrecciate reciprocamente. Sessualità, amore, diversità e discriminazione, violenze, desiderio, essere donna, essere mamma ed essere giornalista. Tra lezioni di vita e lezioni di giornalismoun intreccio….. e sconfinate riflessioni.
Leggo “Profumo di carta”, “Appunti di una giovane laureata”, “Giovani giornalisti” e “Orfani del femminicidio”. Leggo i protagonisti delle storie, leggo titoli di chi ha voluto raccontarsi, di chi ha voluto testimoniare e far uscire dall’anima le proprie debolezze. Raccontare dei giovani o raccontare per i giovani. Esperienze di vita ed esperienze da condividere per poterle comprendere. Pagine e pagine con tante parole e frasi spezzate che raccontano di lei, lei che vuole diventare mamma, ma non può. Frasi spezzate dal volto di un bambino assiduo spettatore delle violenze di un padre. Storie di discriminazione e silenzi che urlano a squarciagola di fronte all’ apparente necessità di etichettare.
Appunti di una giovane laureata e aspirante giornalista, che si intrecciano e si fondo con altri appunti: quelli di chi conduce il timone di questa nave fatta di studenti amanti della notizia. Sorrisi desiderosi di apprendere e altri bramosi di fare esperienza. Sessualità, genere ed un pizzico d’amore che non guasta. Un nuovo bagaglio sta per essere preparato: nuove abiti, nuove notizie.
Un altro anno di “my way” si conclude, aprendo le porte a nuove esperienze e nuovi racconti. “My way” scriverà altre pagine, altre parole, altre frasi. Scriverà di altri protagonisti, di strade e percorsi. Ancora discussioni e riflessioni, ancora cronaca e approfondimenti. Un altro anno di my way si chiude aprendo nuovamente le porte del mio viaggio verso la fantastica professione, fatto di ostacoli, passione e perseveranza, di “giornalismo di vita”. E’ il mio destino: incredibile, crudele e meraviglioso destino