Di Giulia Capobianco. Una passione. Un viaggio, lungo, arduo verso la fantastica professione. Informare, saper raccontare della vita degli altri, di ciò che accade nel nostro modo. Creare una notizia. La bellezza di un viaggio condotto da un uomo che insegna a guardare la realtà effettiva da diverse prospettive. La bellezza di un viaggio condotto da un uomo che insegna a guardare la nostra realtà, ciò che abbiamo dentro, per raggiungere l’ultimo gradino e diventare giornalisti di noi stessi.

C’è chi parla di una notizia come ciò che non ci aspetteremo mai. C’è chi finalmente si racconta, dopo essersi costantemente nascosto dietro etichette intoccabili e forgiate da chi ci sta attorno. Chi con entusiasmo desidera conoscere le qualità, i requisiti che un buon giornalista dovrebbe avere; e chi incredibilmente appassionato, scrive ad ogni ora del giorno, tra pezzi di carta, macchie di inchiostro e un ritmo incalzante delle dita sulla tastiera di un computer.

Giovani giornalisti avanzano con la loro preparazione. Proseguono il loro viaggio con uno zaino in spalla. Uno zaino sempre più ricco di conoscenze, conoscenze che non sempre si apprendono leggendo capitoli e capitoli di libri che sembrano non finire mai. Quell’uomo ci insegna che, alcune qualità, probabilmente le più importanti, trovano la chiave per entrare a far parte di noi solo dopo tanta esperienza e pratica sul campo. Nello zaino c’è anche entusiasmo, c’è passione, coraggio e tante paure. La dose giusta di curiosità, nella tasca in alto, quella che lasciamo sempre aperta, per far sì che un pizzico possa sempre saltar fuori. Nella tasca interna il grande libro dei diritti e dei doveri che un piccolo giornalista deve apprendere, e che un grande giornalista deve imprimere nella propria mente.

Raccontare della vita degli altri non è semplice. Non è semplice parlare di chi soffre, di chi viene discriminato, di chi viene ucciso. Non è semplice neanche parlare di noi stessi. Quell’uomo dice sempre che non tutti sono in grado di essere giornalisti; non tutti sono in grado di avere il coraggio di parlare degli altri con fermezza. Ma è certo che tutti possiamo imparare a conoscere la nostra persona e a farla uscire fuori, senza paure e con tanto orgoglio, per poi portarla nella tasca superiore del nostro zaino, quella grande e con il cinturino più prezioso.

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