Di Alessandro Duca. L’età nello sport conta. Al giorno d’oggi qualunque esso sia c’è una cifra che fa suonare il campanello d’allarme; questa cifra potrebbe essere quella dei trentacinque, o giù di li In un epoca in cui la tecnica e la scienza permettono prestazioni incredibili da parte di atleti già giovanissimi, il limite massimo di età per esprimere il meglio delle prestazioni si abbassa sempre di più.
Ma non è sempre così. C’è una fetta di sportivi, che vuoi la passione, la voglia, e perché no, l’incoscienza; se ne fregano dell’età e continuano imperterriti a fare quello che sognavano da bambini e di cui ne hanno fatto uno stile di vita,oltre che un lavoro.
La lista è lunga, basti pensare al ritorno di Ibrahimovic, che a trentotto anni ha riportato mentalmente in auge una squadra intera; la nostra Federica Pellegrini, che continua a macinare record; il poco conosciuto Davide Rebelinn, che nel ciclismo professionistico di anni ne ha ben 48.
Poi c’è lui, sempre sulle due ruote, che di nome fa Valentino e di cognome Rossi, che continua a sfrecciare a trecento orari a quaranta anni.
C’è limite all’inconscienza? Si chiedono gli esperti del settore; certo, Vale non ha più il coraggio dei primi anni di carriera, ma nonostante età e moto non brillante ancora lotta con i più forti.
Più che incoscienza la sua è una dichiarazione d’amore a lo sport che ama, forse uno degli ultimi sportivi “veri” che probabilmente correrebbero anche per pochi spicci o addirittura gratis. Senza dimenticare che il numero 46 di Tavullia è consapevole che questo sarà l’anno della verità e, se replicherà un anno avaro di risultati, come il 2019, saluterà le due ruote, con l’intenzione di mettersi in gioco sulle quattro ruote, partecipando a gare di resistenza come le Mans. Probabilmente assisteremo a un doppio flop, sia nelle due che nelle quattro ruote, pioveranno critiche, si dirà che sarebbe stato meglio smettere di correre quando ne aveva l’occasione, uscire dal motociclismo a testa alta e da vincente, dal momento che non aveva più nulla di dimostrare.
Ma l’amore è incoscienza e vale è uno degli “ultimi romantici” innamorati per davvero. A noi tifosi non resta che rispettare le sue scelte, perché d’altronde, vedere sulla griglia quel numero 46, al di là del risultato finale, ci emozionerà sempre.