Di Alessandro Duca. È stato l’anno il 2019 delle conferme, ma soprattutto delle sorprese, dove figure importanti dello sport ci hanno lasciato.
L’anno della massima serie motociclistica ci ha mostrato come “vecchie” glorie scendono in pista ancora con la voglia di una ragazzino, nonostante l’età, le critiche e tutte le chiacchiere da bar del caso; allo stesso tempo abbiamo visto nascere nuovi “ragazzini” di talento, puro e cristallino a dimostrazione che i millennials non sono solo cellulare e videogiochi. Abbiamo visto piloti cadere e rialzarsi, altri più forti di prima, altri ancora appendendo il casco al chiodo, che si sa, per certa gente è scelta assai coraggiosa, tanto quanto sapersi rialzare dopo una caduta; ma ancora, abbiamo assistito a piloti che non vedono l’ora di mettersi in gioco nel 2020 per dimostrare ciò che non hanno dimostrato in questo anno passato. Piccole soddisfazioni anche per noi italiani più in generale, con due case made in Italy, Ducati e Aprilia che riconquistano l’onore degli anni passati; senza contare la nutrita presenza di piloti italiani, che se nel resto degli sport motoristici sembra scarseggiare sempre di più, in moto gp vede la presenza  di ben 6 connazionali, con alcuni alla prima esperienza e con ancora un bel lasso di  tempo per migliorare. Capitolo a parte per i colleghi sulle quattro ruote, con una F1 che nonostante viene ripetutamente accusata di essere noiosa, anche quest’anno ha fatto parlare di sé, tra intrighi contrattuali degni di una soap opera e team che si accusano di fatti illeciti. Ma partendo da più in dietro, è stato bello vedere una griglia di partenza giovane, ma che soprattutto si è dimostrata talentuosa, affiancata poi da i piloti evergreen, uno tra tutti Raikkonen che si dimostra ancora cardine fondamentale per la squadra. Come non citare poi la favola del polacco Robert Kubica; vecchia conoscenza della F1 e grande promessa del Motorsport, torna nella massima serie delle quattro ruote dopo un terribile incidete di Rally, dove solo un miracolo ha fatto sì che sfuggisse dalla morte. La sua stagione non è stata esaltante ma, ci ha raccontato una bella favola sportiva, dimostrando come ci si può sempre rialzare e perseguire il proprio sogno. Il tutto mentre il futuro di questo sport combatte in pista con Verstappen, Leclerc, Sainz, Gasly e Norris solo per citarne alcuni, che ci fanno assaporare un roseo futuro di F1. Ma quest’anno a lasciarci è stato anche un alfiere di questa disciplina motoristica, figura tanto amata, quanto discussa, come solo i campioni possono permettersi; un vero lottatore, in pista e fuori, un esempio non solo di sport, ma di vita. Il suo nome è Niki Lauda. La sua ingombrante eredità, verrà ricordata e a lungo.
E poi sì, non è certamente un fatto del 2019, ma poco tempo fa ha festeggiato il suo compleanno l’eterno Michael Schumacher, che anche quest’anno ha lottato per riprendersi la vita che gli spetta.
Insomma un anno ricco, dove pronostici sono stati rispettati e sorprese si sono verificate. Il 2020 è iniziato, un decennio è finito e senza giri di parole: piloti, in bocca al lupo e fateci sognare.

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