di Giorgia Di Stefano
Quanto è facile vedere una ragazza sul marciapiede e giudicare? Fin troppo. La cosa veramente difficile è capire il motivo per cui una persona, indipendentemente dal sesso, dall’età e dal luogo di provenienza si trovi in una situazione del genere. È orribile e spaventoso lo scenario che spesso si nasconde dietro la vite di queste persone, molte delle quali vengono ingannate e illuse con la promessa di una vita migliore e un lavoro più dignitoso. Altre addirittura non sembrano neanche degne di una spiegazione, di una risposta, di una bugia in grado di rendere un viaggio infernale meno spaventoso.
Non c’è dubbio che per alcune ragazze, ma non dimentichiamo che non è un fenomeno esclusivamente femminile, questa vita fatta di sesso concesso in cambio di soldi, sia una scelta. In molti casi però è la conseguenza di uno sfruttamento, le ragazze, molte delle quali anche minorenni, vengono prelevate da coloro che gestiscono la tratta delle schiave del sesso e messe sulla strada, per il puro piacere di qualcuno che ne abuserà. La loro vita vale forse di meno? Per gli schiavisti di quest’epoca sì, la loro vita è meno importante, non hanno la dignità necessaria per condurre una vita migliore, ma questo non ha nulla a che vedere con il paese di provenienza, dato che ci troviamo davanti ad un fenomeno che può coinvolgere chiunque.
Possiamo però capire facilmente il motivo per cui è più facile inserire in questo mondo qualcuno che provenga da un altro paese, possibilmente da un paese più povero: la ricerca di benessere, forse di serenità, e poi la prospettiva di una vita migliore. È molto più semplice ingannare qualcuno che non parla bene la tua lingua e che ha bisogno di un lavoro per sfamare dei figli o per aiutare la propria famiglia, soprattutto quando la promessa è quella di un lavoro onesto. Una volta arrivate qui in Italia le schiave del sesso capiscono immediatamente che questo lavoro promesso loro da un uomo benestante e carismatico non si tratta di una professione onesta, bensì dell’inizio di numerosi abusi e violenze che dovranno subire. Ora potremmo affermare, dall’alto della nostra posizione comoda, che è sufficiente denunciare il fenomeno, e per queste donne andare alla polizia o cercare di scappare, ma significherebbe di nuovo fermarsi alle apparenze, non voler andare oltre. Basta soffermarsi a pensare per qualche minuto e la risposta arriva: queste persone vengono minacciate e torturate per evitare che possano denunciare gli schiavisti, si trovano in una situazione di terrore e sconforto. Devono continuare a sopravvivere, devono aiutare dei figli, dei genitori e dei fratello che hanno salutato con la speranza di una vita migliore anche per loro, si fa leva sulla necessità di soldi, sull’attaccamento alla vita che è comune all’intera umanità.
È troppo semplice fermarsi alle apparenze, proprio per questo non dobbiamo farlo.