Di Concetta De Giorgi. La vita è strana: ciò che sarebbe stato un sogno per molti romani cioè avere strade libere senza traffico, mezzi più puliti e con posti a sedere senza più accalcarsi uno sopra l’altro è accaduto, si è reso possibile, ma a quale prezzo?
La paura ormai domina è virale il coronavirus o covid-19 rende tutti più attenti a chi è vicino a noi, questo interesse è mosso solo da un puro individualismo nei confronti della salute dell’altro al nostro fianco in autobus o in metro per sondare il suo stato di salute e se fosse necessario scansarlo se emette uno starnuto o un colpo di tosse. Le mascherine e i guanti in lattice ormai sono dispositivi presenti nella nostra routine di spostamento da casa a lavoro, usati anche sul posto di lavoro soprattutto quando lo si svolge al pubblico, ci si saluta da lontano niente più abbracci o strette di mano. Le metropolitane come gli autobus stranamente viaggiano in orario in quanto non trovano nei loro spostamenti molto traffico e si può arrivare a lavoro in orario alcune volte anche prima.
I ristoranti come i negozi cinesi sono chiusi per ferie fino al 15 marzo questo rende ancora più spettrale tale situazione, in quanto queste attività che ci hanno abituate a vederle aperte in qualsiasi giorno dell’anno, ora percepirle chiuse ci rende ancora più preoccupati sugli eventi futuri.
Non è solo questi avvenimenti che rende Roma lugubre, ma ne risente anche la movida che sembra essere ferma in un silenzio surreale anche se i ragazzi tendono a divenire scaramantici e cercano di non farsi prendere dalla paura e continuano in piccoli gruppi la propria vita sociale anche se molto spesso l’angoscia delle famiglie, ma soprattutto le notizie veicolate tramite i mass media focus group ecc.; e poi le chiusure delle scuole, delle università, la richiesta di evitare i luoghi ricreativi, i cinema, le palestre luoghi dove si ritrovano un numero elevato di persone che possono essere cause di trasmissione del contagio, rende il tutto apocalittico.
L’adeguarsi a questa necessità di limitare la vita sociale o le uscite anche per acquisti di prima necessita a una sola persona per famiglia, rende la quotidianità quasi un rischio di essere dominati da un incubo che ci rende schiavi delle nostre ataviche paure.
Ora ci si interroga quale sia la migliore soluzione sicuramente usare sempre e comunque la testa, ascoltare le norme imposte dalla Sanità per evitare un’ulteriore diffusione di questa malattia, ma non essere totalmente ciechi e far sì che la paura ci domini prendendo il sopravvento.