Di Michele Mastrostefano. “Oh Mà? Oh Pà? Oggi inizio il laboratorio di giornalismo, quello per cui mi sono iscritto all’Università. E che ne so che dovrò fare, parlerò di calcio, è quello che mi riesce meglio. Vabbè io vado ciaooo, vi aggiorno”. Inizia più o meno così la mia esperienza con TVG NEWS e il laboratorio di redazione giornalistica del Professor Marco Palma. Il Professore ho avuto modo di conoscerlo all’incontro con le matricole. Un uomo disponibile, simpatico, alla mano e quel giorno avrà tirato fuori l’1% di quello che è veramente… Ma non vi anticipo nulla.

La comunicazione è fondamentale, è stata una necessità primaria da quando l’uomo ha messo piede al mondo ed il Prof fin da subito ha chiarito questo aspetto e l’importanza di ascoltare chi comunica. Pensateci a quanto sia importante. Chiudete gli occhi e immaginate per un attimo  un mondo pieno di fraintendimenti, pieno di persone che non sanno comunicare e ascoltare. Ora riaprite gli occhi perché è un incubo e non vi voglio così male. Ecco per prima cosa nel laboratorio del Professor Palma e delle sue assistenti Giulia e Giovanna, s’impara a comunicare e ad ascoltare. Guai a chi non ascolta ( forse ho esagerato, niente paura).

Insomma poi c’è anche altro eh, non temete. Ad ognuno è assegnata una redazione in base alla propria preferenza… E fin qui tutto normale. Arriva il bello. Scrivere. Non è un tema, non è un riepilogo, non è una favoletta… Verrebbe da dire è cuore, sentimento, metterci tutto quello che hai dentro e quindi anche un po d’istinto. Il Prof lo ripeterà fino alla morte preparatevi : “titolo di pancia e accattivante” oppure “pezzo di pancia, il tuo pezzo che rispecchia te stesso”. Credetemi identificarsi in uno scritto è una cosa che da molta soddisfazione, sai di essere stato te stesso e di metterti anche a disposizione per eventuali critiche o dibattiti. Sai di essere letto, sai che “te stesso” sta arrivando all’altro, è bello, esaltante ed i primi tempi, mi perdonerete, anche imbarazzante ma ci farete l’abitudine.

Poi nel laboratorio si festeggiano i compleanni (è tutto vero non scherzo), le ricorrenze, insomma è vita e non solo un corso universitario. Ci sono i talk show, dove ognuno spontaneamente decide di donare un po di se stesso agli altri, comunica, ascolta, riceve e smaltisce quello che fa male. È un qualcosa che si capisce davvero quando finisce, non prima ne durante.

Ma torniamo allo scrivere: ognuno ha una sua redazione e il Prof con le sue assistenti ti seguono, non mollano l’osso, l’importanza di un “pezzo tuo” non viene mai trascurata. Ho iniziato con Italia Grecia 2-0 e non andò bene, titolo fiacco e pezzo che era un tema. Successivamente ho gestito la Roma, la Nazionale, il razzismo(che brutta piaga) nel calcio e il pallone d’oro e mi sembrava di crescere pezzo dopo pezzo. Quanti messaggi con il Prof e quante lezioni “improvvisate”. Sapete è difficile parlare duramente di ciò che ami e ti sta a cuore e per me questo comportava tirare il freno a mano quando si parlava di Roma e dei suoi(tanti ahimè) momenti negativi. Dal Prof oltre ad aver appreso pienamente l’imparzialità, fondamentale per un giornalista, ho fermato nella mente un altro concetto importante: alla fine tenere a bada i sentimenti e quello che in uno specifico momento si prova, anche la rabbia e la delusione con chi ami, è controproducente e una limitazione a te stesso. L’importanza di comunicare… Eccola qua e l’importanza di farsi capire e far capire quello che hai tirato fuori.

 

Dai ora vi lascio andare vi ho trattenuto fin troppo…

Ai futuri studenti del laboratorio posso dire di non preoccuparvi più di tanto, siate voi stessi sempre, con il Prof e soprattutto con la penna. A chi ha seguito con me posso dire che sono stati degli ottimi compagni e giornalisti di vita(capirete frequentando quanto ciò sia importante). Chi manca? Ah si… Devo aggiornare mamma e papà : ” Oh mà, oh pà… È stato fantastico! Non è finito nel modo in cui lo immaginavo ma se ci penso… Non è nemmeno iniziato come lo immaginavo”.

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