Di Alessandro Gibertini. Inzaghi in o Inzaghi out:  dilemma tornato di attualità in questi giorni. Come non porsi una domanda del genere dopo la sonora ed umiliante sconfitta per 3 a 0 contro una squadra sicuramente meno attrezzata della Lazio qual è la Sampdoria? Bisogna fare il punto della situazione. I biancocelesti arrivano a Genova con una rosa decimata dagli infortuni e senza il loro bomber Immobile, espulso contro l’Inter nella settimana precedente. Ma questo non toglie il fatto che Inzaghi abbia avuto colpe, come lui stesso ammetterà nell’intervista post-partita. Il tecnico piacentino, infatti, decide di “sperimentare” per utilizzare un eufemismo (l’esempio lampante è Parolo schierato esterno) quando, in realtà, può schierare altro di competente nei propri ruoli. Anche la squadra, però, non è da meno. Scende in campo già con la testa al Borussia, la prima partita di Champions dopo anni, svogliata ed, apparentemente, stanca. Insomma, insomma contro la Samp è il  simbolo di un “fallimento” a tutto tondo, nessuno escluso, del sistema “Lazio”. Le uniche note positive sono i due nuovi acquisti, Muriqi e Fares. A rimetterci di più è sicuramente lnzaghi, anche perché, statistiche alla mano, le Aquile si trovano a 4 punti dopo 4 partite, una media da retrocessione (un punto a partita). Non si può continuare così. Un’ombra si aggira a Formello. Più passano i giorni e più sembra espandersi. Infatti, è noto come Lotito si stia guardando intorno per il futuro e come la prima scelta stia ricadendo su Allegri, l’ex allenatore della Juventus, corteggiato in continuazione dal Patron biancoceleste. Inzaghi si trova in mezzo ad un mare in tempesta: qualora non riuscisse ad invertire la rotta, sarà il protagonista dell’ennesima storia dal triste finale nel calcio.

 

ALESSANDRO GIBERTINI

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