Di Marianna Garritano. Tra mobbing e stalking sul lavoro: è in questo contesto che il 10% delle lavoratrici italiane convive. Nel primo caso il fine del persecutore, nonché collega o datore di lavoro, è quello di emarginare la vittima. Nel caso dello stalking occupazionale invece, ci si riferisce a quell’atteggiamento persecutorio che il più delle volte sfocia in veri e propri episodi di molestie sessuali. Ma quali sono le cause scatenanti di questo fenomeno? Spesso la donna che fa carriera non è tollerata dai suoi colleghi ma ancor più spesso accade che la donna possa rifiutare le avances del suo superiore.. È qui che scatta la “Sindrome del Molestatore Assillante”! L’espressione viene utilizzata in ambito psicologico per indicare quegli atti persecutori ripetuti e intrusivi di sorveglianza e controllo, nei confronti di una vittima che risulta infastidita e spaventata da tali comportamenti. Questa condizione paralizza e avvolge d’ansia l’esistenza della vittima, causando gravi ripercussioni nella sua vita privata. È infatti impossibile separare la sfera del lavoro da quella privata nel momento in cui si teme la propria incolumità e soprattutto quella dei familiari. La pericolosità dello stalker non è da sottovalutare, da un banale ricatto lavorativo può arrivare a compiere gesti estremi. Per evitare quell’ombra opprimente e assillante, la preda è costretta a cambiare le abitudine quotidiane, limitando pian pian la propria libertà. Molte volte la donna non trova la forza di confessare il disagio che sta vivendo, risultando così strana agli occhi degli altri. Sacrifica la propria occupazione lavorativa nella speranza di porre fine al grande incubo, che non la lascia riposare nemmeno la notte. Non godendo più di un diritto che le spetta, ossia quello del lavoro, che le dava dignità e soddisfazioni, l’atto persecutorio però non si arresta. Se da un lato i colleghi che volevano le dimissioni della vittima vincono la loro battaglia, dall’altro c’è ancora qualcuno inferocito dal rifiuto di quelle richieste di carattere sessuale, che gli garantivano il possesso sulla donna in carriera. Esiste allora una via d’uscita positiva per la vittima: bisogna affidarsi alla giustizia, in quanto lo stato italiano ha attuato leggi che condannano lo stalking. Tuttavia la maggior parte delle vittime di stalking sul lavoro presenta profondi traumi psicologici, guaribili efficacemente con la psicoterapia.