Fabiana Fava. Baby squillo, baby escort, baby prostitute… sono molti i sinonimi con i quali ci si riferisce al fenomeno della prostituzione minorile, un fenomeno sempre più in crescita che vede come protagoniste giovani ragazze di età che oscilla tra i 10 e i 17 anni.
Un’età in cui bisognerebbe giocare, studiare, divertirsi ed essere spensierati. Ma non è quello che succede nel quartiere capitolino dei Parioli dove avere soldi, bei vestiti e conoscenze importanti è tutto ciò che conta. Ed è proprio in questo quartiere che molte adolescenti vendono il loro corpo, molto spesso anche la loro verginità, a clienti facoltosi, uomini di potere in cambio di denaro e capi griffati.
Ma quali sono le motivazioni che portano queste ragazze a a prostituirsi?
Banalmente si potrebbe pensare che sia uno dei modi più facili per fare soldi e poter condurre una vita lussuosa ma in realtà dietro ci sono storie di sofferenze, solitudine, disagio, famiglie complicate. In questi casi la prostituzione viene vista come l’unica via di fuga dai problemi quotidiani e crea una visione distorta della realtà, una realtà in cui lo sfruttatore diventa un confidente, quasi un amico. Ma questo “amico” le vende, le plagia, è colui che organizza gli incontri in camere di hotel cinque stelle con degli sconosciuti.
E’ disumano approfittarsi di ragazze, bambine con delle fragilità e delle insicurezze; fa ancor più rabbrividire sapere che ci sono uomini, anche di spicco, che sono disposti a comprare delle minorenni favorendo la prostituzione minorile.