Di Davide Perrucci

Siamo alla fine dell’inizio”. Cosi ha dichiarato il vice premier nel video di auguri per il nuovo anno, in cui appare anche Alessandro di Battista. Sono visibilmente ottimisti su questo nuovo anno, forse troppo.

Come potremmo dargli credito?

I pentastellati hanno sicuramente fatto molte migliorie, agito sulle pensioni d’oro, hanno combattuto per la legge anticorruzione,  approvata dalla camera il 22 novembre. Apportato  modifiche riguardo le leggi antiterrorismo, e tanti altri provvedimenti, questo soltanto nei primi sei mesi di attività, nei quali però, ricordiamolo, non sono mancati i conflitti con la compagine leghista, a volte risolti tramite il richiamo al rispetto del contratto di governo, altri invece ancora in corso (si pensi alla TAV). 

Questi ultimi hanno messo in discussione la stabilità del governo oltre che le credibilità del leader del carroccio, che ha recentemente garantito che l’esecutivo durerà. Nel mentre l’economia è crivellata di colpi, PIL che aumenta, preoccupazioni di grandi personalità nel panorama economico quali Ignazio Visco, attuale governatore della Banca D’Italia, che parla addirittura di recessione, e infine Tito Boeri, presidente dell’INPS, che critica il fantomatico reddito di cittadinanza, dichiarando che, potrebbe essere necessario chiedere indietro 10.000 euro a oltre 100.000 famiglie.

Se il panorama è questo, risulta difficile essere ottimisti, e la domanda che sorge spontanea è come possa il vicepremier essere tanto sicuro che il paese, a partire dal 2019 possa cominciare a vedere il cambiamento, che si, senza dubbio c’è stato rispetto al governo precedente, ma che non permette certo agli italiani di prendersi il lusso di essere ottimisti. Da tempo sappiamo che per il cambiamento di una nazione come l’italia, che è stata gestita in maniera discutibile, e a volte addirittura inadeguata, non bastano di certo pochi mesi: prudenza a cantare vittoria

    

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