Di Cristina Falcioni
Il 24 febbraio 2019 si sono tenuti a Los Angeles i tanto attesi premi Oscar, lasciando tutti d’accordo sull’assegnazione del premio per il “Miglior film” per Green Book.
C’è da dire che in molti si aspettavano la sua vittoria ma ha lasciato altri spiazzati dal fatto che, fino a poche ore prima, il favorito alla vittoria fosse il film “Roma” del regista messicano Alfonso Cuaron, che ha vinto per la “Miglior Regia”. Tra gli altri vincitori troviamo anche Rami Malek come “Miglior attore protagonista” per Bohemian Rhapsody, film documentario sulla nascita e la carriera dei Queen, Olivia Coleman come “Miglior attrice protagonista” per il fil La favorita e vediamo anche Lady Gaga vincitrice per la “Miglior canzone”. Nulla da ridire sulle assegnazioni dei premi ma c’è da chiedersi: Noi, in tutto questo, che fine abbiamo fatto? Non solo l’Italia non vince più un Oscar dal 2014 (con La grande bellezza) ma non viene nemmeno candidata. Che cosa è cambiato , quindi, dal 2000 ad oggi nel cinema italiano da non permetterci di vincere così spesso come succedeva una volta? Le cause sono molteplici e sono da ricercarsi nella riduzione dei fondi destinati al cinema, nell’obsolescenza di macchinari e tecniche usate per creare gli effetti speciali in film come Avatar, nella scarsità di attori con la A maiuscola ma anche, in un nuovo scenario globalista, nei temi trattati. Negli ultimi anni, infatti, i temi che vanno per la maggiore nella classifica dei film stranieri nominati all’Oscar oscillano tra problematiche di tipo razziale, guerre, shoah e catastrofi naturali, argomenti che non vengono più affrontati “con effetto” nel cinema italiano. Sicuramente, nella scena internazionale, il cinema italiano sta perdendo, anno dopo anno, la fama che aveva acquistato nel corso degli anni ’60 e ’70 grazie a registi del calibro di Federico Fellini e Vittorio De Sica, quindi non ci resta che sperare che la nuova generazione di registi metta la stessa passione, tecnica e capacità che caratterizzava le vecchie e più celebrate generazioni in modo da permetterci di tornare a tifare per l’Italia durante la notte degli Oscar e tornare sulla cresta dell’onda nel campo del cinema internazionale.