Di Lucrezia Belisario

La famiglia, è  il luogo privilegiato in cui crescere i figli, che al suo interno, dovrebbero trovare soddisfatti i loro bisogni di sicurezza e protezione. Non sempre questo succede, e lo sviluppo della personalità , e la stabilità dei figli ne risente inevitabilmente.

Il rapporto genitori – figli a mio parere negli ultimi anni è molto cambiato, non c’è più dialogo, ci sono solo discussioni continue. I figli sono costantemente con lo smartphone in mano mentre i genitori sono sempre più impegnati con il lavoro.

L’adolescenza è anche un fattore che influenza molto il loro rapporto, perché i ragazzi si sentono incompresi dai loro genitori e i genitori non riescono a capire quale sia il cambiamento che avviene in loro.

L’adolescenza è senza dubbio , un periodo ricco di cambiamenti fisici e psicologici,  pieno di situazioni conflittuali, sia per la mente e la personalità dei figli sia per i suoi rapporti con gli altri: cominciano a costruire la propria voglia di essere indipendenti e per fare ciò vanno conto i genitori, che sentono sempre più di dover aumentare il controllo su di loro. Questo comporta anche la difficoltà di trovare degli accordi reciproci. Il genitore si trova quindi in difficoltà, poiché vorrebbe cercare di risolvere i problemi che si vengono a creare, ma il più delle volte falliscono.

Durante questo periodo si verifica un processo di distacco dai genitori e dalla propria famiglia. Alcuni adolescenti lo  vivono come un prolungamento dell’infanzia ed in qualche modo ritardano la crescita psicologica, continuando a comportarsi come bambini, o assumendo invece  atteggiamenti da adulto.

In questa fase, per esperienza personale  , noto che il rapporto con i genitori è un rapporto ambivalente cioè  la compresenza nell’ adolescente  di emozioni o sentimenti sia positivi che negativi nei confronti, di una stessa persona e carico di sensi di colpa che oscilla continuamente fra amore e affetto da una parte e risentimento e rigetto dall’altra.

Tuttavia, ritengo che durante l’adolescenza il conflitto “sano”  tra genitori e figli rappresenta una tappa fondamentale  per lo sviluppo della personalità. Credo che sia anche attraverso il conflitto, e la sfida con le figure di riferimento, che l’adolescente getta le basi per acquisire una maggior indipendenza. Da un lato il compito del figlio è mettere in discussione i parametri di vita, i valori e le regole precedentemente acquisti in modo passivo dalla famiglia per strutturare una propria identità e dall’altro il compito dei genitori è trattenere, o meglio limitare, questa spinta nell’interesse della sua sicurezza e della responsabilità.

Tuttavia, i momenti critici, certe problematiche e incomprensioni continuano a presentarsi generazione dopo generazione. Questo perché certi conflitti sono fisiologici, perché, siamo tutte persone diverse fra di noi, anche per via della differenza di età fra genitori e figli .

Ma, come detto prima, il conflitto con i  genitori in adolescenza è funzionale ad una sana crescita dell’identità, ma non sempre i genitori sono preparati a farvi fronte. Credo che questo dipenda anche da quello che hanno loro vissuto  nella  famiglia di origine: se hanno sperimentato un modo sicuro e costruttivo di gestire le incomprensioni e i diverbi, certamente saranno agevolati a proporre una discussione serena coi propri figli per giungere ad un ragionevole compromesso tra le parti. Se invece i genitori sono stati cresciuti in un contesto familiare conflittuale, con attacchi esplosivi di rabbia, accuse, imposizioni e restrizioni dovrebbero sforzarsi di proporre ai loro figli uno stile educativo differente rispetto a quello ricevuto e basato su dialogo, comprensione, mediazione.

Concludendo,  il conflitto spesso è vissuto in maniera frustrante e necessita di alcuni accorgimenti per risolverlo : innanzitutto, il conflitto non è sempre negativo e, se risolto in maniera adeguata, può essere positivo e portare ad un avvicinamento della coppia genitori-figli , migliorando la qualità sia della relazione sia della comunicazione; infine, è bene ricordare che non esiste il genitore perfetto e che momenti di sconforto e di tensione con il proprio figlio fanno parte del normale processo di sviluppo del rapporto tra genitori e figli e sono occasione di crescita per entrambi.

 

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